Alghero e il problema microcriminalità
In questi ultimi mesi si sono intensificati in maniera robusta i fenomeni di microcriminalità e vandalismo ai danni dei commercianti algheresi, dei loro esercizi e mezzi di trasporto per lavoro, di cittadini privati ai danni delle loro auto, moto, biciclette e case. Questa situazione mette ovviamente in allarme l’amministrazione comunale e tutti i suoi organismi interni, che si trovano a dover affrontare una problematica da troppo tempo lasciata senza soluzioni o risoluzioni dalle precedenti amministrazioni. Credo, come consigliere comunale di maggioranza e come presidente della commissione che contiene nel suo seno le deleghe pertinenti alle attività produttive, del commercio e del turismo, si debbano trovare le giuste misure e soluzioni per azzerare il più possibile il problema. Le persone che subiscono i danni sono cittadini che ogni giorno si trovano a combattere contro una crisi finanziaria globale, e questi atti non fanno altro che gettare nello sconforto più totale gli onesti commercianti che lavorano e hanno una famiglia da mantenere, un mutuo da pagare, delle spese da affrontare quotidianamente.
L’amministrazione dovrebbe cercare dunque, per affievolire il fenomeno, di curare maggiormente l’illuminazione stradale, che risulta davvero carente in alcuni quartieri e strade, utilizzare un metodo di controllo e di vigilanza più efficace e dialogare continuamente con la categoria dei commercianti e loro sigle di rappresentanza. Tutto questo per creare una rete funzionale ed utile di supervisione e controllo in grado di offrire una tutela adeguata ai lavoratori che detengono un’attività, rendendo quindi la città più vivibile ed accogliente, senza che questa diventi un Far West.
Sarebbe inoltre opportuno studiare il fenomeno del vandalismo dilagante e cercare di capire le motivazioni che attivano questa tipologia di “piaga sociale”. Perciò è necessario, per essere concreti, verificare con l’ausilio dell’assessorato ai servizi sociali e dell’urbanistica (questione case popolari) tutte le possibili azioni che siano di soccorso al problema. C’è, senza dubbio, una pressante “questione giovanile”, che si differenzia dai cosidetti “topi da appartamento”, in quanto attiene ad esigenze che oggi si fanno via via sempre più impellenti. I giovani si trovano spesso senza una via di uscita o sbocco che li proietti verso un futuro avvincente e alternativo rispetto al disagio quotidiano.
Si evince dentro queste vicende la necessità di spazi, di cultura, di luoghi di incontro e scambio di opinioni, che portino i ragazzi ed i giovani fuori dalla noia e dalla sensazione della perdita del proprio tempo. Le soluzioni si possono pian piano raggiungere se si coltiva la prospettiva della riqualificazione di aree che sono oggi inutilizzate (es. Ex cotonificio), se si mettono a disposizone spazi già esistenti per la cultura (es. Teatro civico, Forte della Maddalenetta, Palazzo dei Congressi), se si tutelano organizzazioni culturali, musicali (es. Banda Musicale Dalerci), sportive (di ogni genere) che siano in grado di occupare i ragazzi e se si promuovono di tanto in tanto campagne di informazione ed educazione all’interno delle scuole. Ovviamente la questione richiede dei focus costanti e più ravvicinati, ma si deve trovare al più presto un punto di partenza, che sia il più condiviso possibile e che restituisca ad ogni categoria sociale, lavorativa, pubblica e privata la dignità necessaria per vivere il quotidiano in maniera serena e libera.