Alghero, le Rotte del Gusto in città per il menù Indaco
Appuntamento per lunedì 30 maggio quando, in collaborazione con Inveritas.it e Culturefestival, verrà presentata la nuova Rotta del Gusto dal titolo "Indaco come il Futuro".
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Le Rotte del Gusto in trasferta ad Alghero, ospiti dell’Istituto Alberghiero di Alghero e della Cantina Santa Maria La Palma, per la presentazione del menù Indaco. Appuntamento per lunedì 30 maggio quando, in collaborazione con Inveritas.it e Culturefestival, verrà presentata la nuova Rotta del Gusto dal titolo “Indaco come il Futuro”.
Si tratta della quarta rotta, dopo Verde come il Silenzio, Rosso come il Sapore e Blu come i tuoi passi che rispettivamente hanno esplorato Costa Verde, Ogliastra e Guilcer, Barigadu e Montiferru. Si inizierà la mattina (ore 9.30) dove, presso l’Ipssar Lussu di Alghero, sarà possibile partecipare alla presentazione del nutrizionista Konstantinos Skoundras e cucinare con lo chef Marcello Putzu le ricette del nuovo menù Indaco, scoprendo valori e prodotti della Nurra.
In serata, a partire dalle ore 21.00, si potrà assistere presso la Cantina Sociale Santa Maria La Palma al concerto jazz del Culture Festival Duo, composto da Marcello Peghin (chitarra a 10 corde) e Daniele Di Bonaventura (Bandoneòn).
Menù del laboratorio. Antipasti: Carpaccio di corvina e gambero rosso con fragole e dragon fruit in emulsione di arancia. Primo: Spaghettone con cannonau con gambero pestato, cozze, arselle e salicornia. Secondo: Ortziadas alla semola aromatizzata al timo su foglia di vite. Dessert: Panna cotta con latte d’asina, coulis di fragole, fragole e alchechengi.
Le rotte del gusto. Le 7 Rotte del Gusto partono dall’esplorazione della millenaria cultura della Sardegna per aprirsi al resto del mondo, ed in particolare al contesto multi ed interculturale rappresentato dai Caraibi. Le rotte sono infatti finalizzate ad esplorare l’armonia naturale di una delle più complesse (e meno note) isole del Mar Mediterraneo, ricercandone i valori fondanti per comunicarli mediante 7 percorsi, 7 menù, 7 documentari e 7 cerimonie di consegna del know how ai 7 territori.
I destinatari delle rotte infatti non sono soltanto gli stranieri ed i turisti, quanto gli stessi abitanti dei luoghi, con i quali le rotte cercano di instaurare un primo rapporto fiduciario, volto a costruire una fruizione dei territori più densa, progettuale e stratificata di quella che caratterizza il turismo standard ed è a loro che, lo chef e l’antropologo – al termine di ogni percorso – donano la rotta, l’innovativo menù ed il documentario. Alla base del progetto vi è di fatti l’ambizione di trasformare i turisti e gli indigeni in viaggiatori ed esploratori, mettendo in luce, con la commistione di sguardi interni ed esterni, elementi desueti, creando racconti e percorsi sempre nuovi e sorprendenti.