“Alghero non è un paese per giovani”
L'opinione di Giovanni Baldassarre Spano, promotore del gruppo Poder Polular per Alghero
Parafrasando il titolo di un famoso film voglio spendere qualche considerazione su una storia non meno “violenta”: Alghero non è un paese per giovani. La Città, bella e preziosa, rappresenta la triste testimone della diaspora dei nostri giovani. Generazioni di figli e nipoti, che nell’epoca del benessere, sono costretti a partire e trovare in altri lidi la strada del loro esistere. Una città feroce con i suoi figli che offre ad essi un destino di precarietà fatta di stagionalità da molto prima che si potesse immaginare anche lontanamente la crisi pandemica attuale. Il territorio sta perdendo di continuo i cervelli sui quali è stato investito tanto in termini di formazione e risorse. Non basta studiare o lavorare senza sosta. Purtroppo in un triste clima da lotta di classe il destino dei giovani che restano si poggia da un lato sulle finanze familiari e dall’altro sullo sconforto di non trovare di meglio che quel poco che offre il territorio.
Da decenni (più evidente in questi ultimi due) la città vive piegata sotto l’egida di una sorta di aristocrazia locale che determina le sorti economiche del comune e la stessa si proietta come una simil -oligarchia nell’ambiente politico, che in maniera trasversale vede protagonisti sempre gli stessi volti. La domanda seria è come sia possibile che manchi completamente un ricambio nella politica del territorio (questo indipendentemente dal colore di appartenenza)? Alcuni grossolanamente potrebbero obiettare che infondo è sempre stato cosi e che tanti in tempi passati sono stati costretti ad andarsene, tuttavia non ci troviamo nella medesima situazione.
I trentenni attuali hanno la piena consapevolezza di non poter contare su un destino migliore della generazione che li ha preceduti. La precedente è stata infatti caratterizzata da una mobilità sociale che oggi è pressoché assente o comunque molto alterata. Prima bastava darsi da fare, ora questo non è sufficiente. Molti sono dovuti andare altrove e spostarsi anche solo di qualche decina di km per poter realizzare il sogno di acquistare casa. Cittadini e contribuenti che Alghero ha perso ancora per una ragione puramente commerciale: l’ingente costo degli immobili abitativi; tutto questo in una città che ha migliaia di alloggi non abitati ed invenduti, usati quasi tutti per scopi ricettivi estivi. Da tale fatto si determina un ulteriore problema relativo alle locazioni. Poche sono quelle disponibili a lungo termine e con canoni importanti in termini di quantum.
Questo trova spiegazione non solo a causa del peso fiscale a cui sono sottoposte le proprietà ma anche dall’alto rischio di insolvenza del locatario e dalla maggior convenienza, con conseguente diminuzione del rischio, di locare solo per alcuni mesi a vacanzieri con maggiore profitto. Scarsità di possibilità di installarsi abitativamente ad Alghero, mancanza di un tessuto economico/imprenditoriale che possa assicurare una stabilità di vita e l’assenza di un orizzonte politico credibile, trasformano Alghero in un paese non per giovani. In città riecheggia un grido inascoltato che è sempre più flebile, di una gioventù che sparisce e di una che rimane abituandosi a vivere giorno per giorno.
Scrivendo questo torno amaramente a me ragazzo, ricordando come per noi non più di 15 anni fa sembrava tutto possibile. Ora vedo i luoghi della mia giovinezza e ricordo i discorsi di noi ragazzi, quasi tutti andati via dalla città che ci ha dato origine. Assistiamo a sempre gli stessi discorsi sul futuro, con idee vecchie, spesso inattuabili e recitate dalle stesse persone. Alghero merita questo? Ogni consiliatura che non raggiunga obiettivi seri, che non abbia una vera visione del futuro, condanna tutti noi a perdere anni preziosi e se c’è una cosa che non torna è sicuramente il tempo perso. Ho parlato dei giovani ma lo stesso discorso è valido per i meno giovani, spesso rimasti senza lavoro e costretti ad accettare qualunque occupazione anche con termini da capestro. Purtroppo sia gli imprenditori che “contano” che la politica algherese crede che i due unici assi portanti dell’economia debbano essere cemento e turismo di massa.
Purtroppo per noi non è così. Come ho espresso più volte le ricchezze del territorio possono offrire un forte settore primario abbinato ad un’industria alimentare a km 0. Alghero può offrire un turismo di qualità divenendo un hub della cultura e dell’arte nel mediterraneo. Insomma le possibilità sono molte ma per vederle bisogna rompere gli schemi e cambiare le persone dalla vista corta. Una città senza giovani è una città senza prospettive. Non facciamo morire lentamente la nostra Casa. Fino a quando le uniche tematiche in discussione politica resteranno le alghe, le erbacce, le buche nelle strade e il palazzo dei congressi, non faremo un solo paso avanti.