Alghero, pescatori ricci fermati da Forestale
Questa mattina una pattuglia marittima della Base Navale Corpo Forestale di Alghero ha sorpreso in flagranza due subacquei intenti al prelievo illecito di ricci di mare in area protetta
Quest’oggi, giovedì 28 dicembre, una pattuglia marittima della Base Navale Corpo Forestale di di Alghero, coordinata dall’Ispettorato Ripartimentale di Sassari, durante una serie di controlli volti a perseguire abusi sulle attività di pesca, ha sorpreso in flagranza due subacquei intenti al prelievo illecito del Paracentrotus lividus, noto a tutti come riccio di mare.
Tutto si è svolto poco dopo l’alba, sul tratto costiero poco prima di Capo Galera, precisamente nell’insenatura di Polt’Agra, specchio acqueo ricompreso all’interno dell’area Marina Protetta di Capo Caccia -Isola Piana. Uno dei due pescatori di frodo è stato sorpreso dalla tempestività dell’intervento degli uomini della forestale e nulla ha potuto di fronte al sopraggiungere fulmineo della Motovedetta. Il complice, tuttavia, è nel frattempo riuscito a far perdere le proprie tracce raggiungendo la riva e dileguandosi nelle fitta vegetazione circostante.
Al sub, un giovane algherese, una volta identificato, gli è stato sequestrato il pescato, un coppo pieno di ricci, e tutta l’attrezzatura che aveva al seguito. Il ragazzo è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per aver pescato all’interno dell’area Marina Protetta. Per questo reato si rischia, oltre alla sanzione Amministrativa prevista per infrazione alle norme che regolano la pesca all’interno del Parco Marino, una pena fino a 6 mesi di carcere.
Quello odierno è solo l’ultimo dei tanti interventi della Base Navale della forestale, interventi intensificati proprio in concomitanza con la riapertura (fino al prossimo aprile) della pesca al riccio di mare. Va ricordato i pescatori professionisti del settore, dotati di licenza regionale, sono gli unici ad avere l’autorizzazione per la pesca del prelibato echinoderma. Resta invece sempre vietato qualsiasi prelievo agli sportivi o ai pescatori occasionali.
“La pratica illecita pone anche gravi problemi in ordine alla sicurezza e alla tutela della salute pubblica – spiegano dalla Forestale-. In questo modo, infatti, viene alimentato il mercato nero delle gonadi che finiscono in un circuito di vendita fuori da ogni logica sanitaria. Ricordiamo ai cittadini che chi acquista del prodotto al di fuori dei canali legali della vendita, oltre a mettere a rischio seriamente la propria salute, va incontro a denuncia penale e salatissime sanzioni”.