Alghero Street Photography Awards, vince il documentario di Nicola Frioli
Nicola Frioli, 40 anni, emiliano, da dieci a Città del Messico, è il vincitore della prima edizione di Alghero Street Photography Awards. È stato premiato ieri, nel corso della cerimonia organizzata da Officine di Idee in occasione del Festival internazionale di fotografia di strada e d’autore.
Il vincitore della prima edizione di Alghero Street Photography Awards è Nicola Frioli. Dopo aver superato la concorrenza di Mohammad Rakibul Hasan, autore del Bangladesh, con I am Rohingya, e Anton Polyakov, moldavo, con Mahala, nella categoria riservata alla fotografia documentaria, Frioli si è aggiudicato il premio assoluto, che gli è stato consegnato ieri sera dal sindaco di Alghero, Mario Bruno, nel corso della cerimonia conclusiva del Festival internazionale della fotografia di strada e d’autore, che dal per tutto il week end ha portato in città alcune delle firme più prestigiose, degli autori più apprezzati e dei collettivi più originali tra gli specialisti della street photography contemporanea. A decidere il risultato finale è stata la giuria composta da David Gibson, Gianluca Colla, Massimo Mastrolillo, Salvatore Mattarazzo e Augusto Pieroni. Il suo reportage Piatsaw – A diary on the resistance of the native people of Ecuadorian Amazon, racconta la resistenza delle popolazioni indigene nell’Amazzonia ecuadoriana. Spinto verso la fotografia dalla necessità di uscire di casa e stare in strada, emiliano, 40 anni, da dieci a Città del Messico, Nicola Frioli ha puntato l’obiettivo sulle diverse modalità con cui le popolazioni dell’Ecuador cercano di resistere alla minaccia derivante per loro dalle concessioni in mano alle multinazionali del settore estrattivo.
Per vincere Aspa2018, il cui trofeo è opera della creatività di Francesco Rossi, lo studente dell’Accademia di Belle Arti di Sassari che ha reinterpretato in chiave astratta la tipica trottola con cui un tempo i bambini algheresi giocavano per strada, Frioli ha dovuto concorrere con i vincitori delle altre categorie, divisi tra opere in serie e scatto singolo. In quella riservata alla fotografia di viaggio, tra le opere in serie ha vinto il belga Alain Schroeder, con Kid Jokeys, che racconta delle tradizionali corse a cavallo senza sella dei bambini indonesiani. Curiosità: in finale era arrivato anche un altro lavoro di Schroeder, Kushti, insieme a A small Swedish village, dell’italiana Angela Varricchio. Tra le foto singole successo per Gabriele Pedemonte, dall’Italia, con A pesca?, su Robi Chakraborty, statunitense, con Song of the desert, e un altro italiano, Angiolo Manetti, con Black and colors. Tra le foto documentarie singole vittoria del francese Hugo Aymar. I finalisti erano due iraniani: Mohammad Nazari con Mother e Shahab Naseri con Mud Splashing Ritual.
Nella categoria della fotografia di strada propriamente detta ha vinto Tadashi Onishi, dal Giappone con Lost in Shinjuku, progetto che si concentra sul vuoto esistenziale in una grande città come Tokyo. In finale Alberte Pereira, Spagna, con Fragmentos, e Yota Yoshida, sempre dal Giappone, con From somewhere to elsewhere. Tra gli scatti singoli premiato David Barrett, britannico, con When all around are losing their II, che in finale ha superato il giapponese Edas Wong con Yoga e l’italiano Stefano Lista con Sisters, sunset & supertele. Giovanna Porcu con Tired è la vincitrice del premio per i ritratti di strada, seguita da un’altra italiana, Emmanuele Esposito, e Katarzyna Kubiak, polacca. Tra i progetti di ricerca personale il vincitore è Simone D’Angelo. Con Santabarbara l’artista racconta le origini di Colleferro e la storia di un’industria italiana. Ha primeggiato sul greco Zisis Kardianos, autore di In Limbo, ed Emiliano Pinnizzotto, italiano, in gara con Opium. The opium border.
La direttrice artistica del Festival, Sonia Borsato, ha presieduto la giuria composta anche da Paolo Sirena, direttore della Fondazione Meta Alghero, e Giorgio Donini, insegnante ed esperto di comunicazione, per la speciale sezione dedicata al racconto per immagini della Sardegna. Alla fine hanno deciso di premiare Giuseppe Onida e il suo originalissimo Il puro profumo della sera, una rassegna di feste, genti e vita di tutti i giorni nell’isola in un arco temporale di quasi vent’anni. I finalisti erano Fabio Piccioni con Stagioni diverse e Alessio Cabras con Eucalyptus.
L’organizzazione di Officine di Idee, l’associazione algherese di cui è fondatore Marcello Perino e di cui fanno parte anche Gianni Marti, Emilio Canu, Francesco Ruggiu e Nicola Sanna, per Aspa 2018 ha potuto contare sulla partnership di Fujifilm, il sostegno di Fondazione di Sardegna, il supporto di Comune di Alghero e Fondazione Meta Alghero e la collaborazione di numerosi partner privati. Un’alleanza che ha portato all’istituzione di un’altra serie di riconoscimenti, come quello per la categoria giovani, che ha visto il trionfo di Sofia Alberghini con Rette incidenti per l’opera in serie e di Mahrad Feyzbaxsh, dall’Iran, con Eye, per le foto singole. Ultima menzione è stata per La Mamma, il viaggio fotografico attraverso la simbologia e i luoghi dell’ndrangheta condotto dall’italiano Salvatore Federico.
Nella corince dell’ex mercato della frutta di piazza Pino Piras, allestito per l’occasione dall’algherese Guido Beltrami con una sobrietà dedita al racconto di un posto scarno ma in grado di esprimere molto di sé, del suo passato, del suo presente e del suo futuro, a fare gli onori di casa è stata Sarah Jane, una delle più celebri e seguite voci di Radio Deejay, che ad Alghero è praticamente di casa. La madrina del Festival internazionale di fotografia di strada e d’autore è la cantante Franca Masu, la voce di Alghero.