Alghero, tra calcio a 5 e speranze
Negli ultimi anni in città tiene banco, sempre di più, la situazione calcistica .
Dopo la scomparsa di Alghero, dalle massime categorie dilettantistiche a livello regionale, hanno portato avanti il nome della riviera del corallo le squadre delle cosiddette ”categorie minori” ed il gradito ritorno del calcio a 5 .
Se da una parte il 1945 Alghero ogni anno, seppur con non poche difficoltà, disputa il campionato di terza categoria, dall’altra l’Audax algherese rappresenta Alghero nel campionato di seconda, piazzandosi sempre tra le prime quattro posizioni e in alcune stagioni sfiorando una possibile promozione in prima categoria.
Parallelamente al discorso calcio a 11, l’Audax però ha saputo organizzarsi anche per quanto riguarda uno sport che in città ha regalato anni importanti sotto l’aspetto delle emozioni, prima di conoscere anch’esso un epilogo negativo, ovvero il calcio a 5 .
Ruolo da coprotagonista, quello della società biancoverde, condiviso con i cugini della Futsal Alghero, società nuova, fatta di giovani che hanno saputo mettersi in discussione e cimentarsi in un nuovo mondo non solo sportivo ma soprattutto dirigenziale.
Alle due realtà, va dato merito di aver rivitalizzato la comunità sportiva, riempiendo i palazzetti ad ogni gara, soprattutto nei derby cittadini l’anno scorso nel campionato di C2 .
Il calcio a 5 ed il lavoro fatto dalle due società hanno rappresentato una scossa, facendo riappassionare tante persone, svegliando Alghero da un ”torpore sportivo” e probabilmente anche da una delusione che l’aveva avvolta negli ultimi anni.
Parallelamente invece, il calcio a 11 vede Alghero ancora lontana dalle domeniche passate, da un Mariotti pieno e festoso e dal senso comune di appartenenza ad una città ed ai suoi colori e, se da un lato ormai il vecchio stadio sembra sempre più un ricordo sbiadito, lasciato ormai all’incuria, dall’altra le società calcistiche sono alle prese con le problematiche riguardanti le strutture sportive, nella speranza di poter ognuno lavorare al meglio in una struttura gestibile a 360 gradi.
A noi, invece, non rimane che la speranza di rivedere un giorno una città che ritrovi la giusta collocazione nel calcio isolano e quello spirito di coesione che solo lo sport a volte ha saputo dare.