Alghero, volo d’urgenza a Genova per un neonato di una settimana
Il bambino è stato affidato dal Tribunale dei Minori al primario dell’ospedale sassarese a causa del diniego al trasporto da parte dei genitori.
Volo d’urgenza dal Distaccamento Aeroportuale dell’Aeronautica Militare di Alghero per un neonato di una settimana di vita, ricoverato presso il reparto di terapia intensiva neonatale dell’azienda ospedaliera universitaria di Sassari. La scorsa notte il piccolo è stato trasferito con urgenza dal Distaccamento Aeroportuale dell’Aeronautica Militare di Alghero all’aeroporto di Genova a bordo di un velivolo un C-130J della 46^ Brigata Aerea di Pisa. La scelta del velivolo C-130 è stata dettata dalla necessità di imbarcare direttamente l’ambulanza all’interno dell’aereo in quanto il piccolo paziente doveva essere assistito e continuamente monitorato attraverso le apparecchiature sanitarie installate all’interno pediatrica. Il C-130J dell’Aeronautica Militare, infatti, è l’unico velivolo in Italia in grado di caricare a bordo un’ambulanza per questa tipologia di trasporti.
Il bambino, affidato dal Tribunale dei Minori al primario dell’ospedale sassarese a causa del diniego al trasporto da parte dei genitori, è stato trasferito in ambulanza fino all’aeroporto di Alghero dove l’automezzo della “Croce Blu” di Sassari è stato imbarcato sul C-130 insieme all’equipe medica necessaria per assistere il neonato. Il velivolo militare è quindi decollato alle ore 23.02,verso l’aeroporto di Genova, da dove l’ambulanza ha proseguito per l’ospedale pediatrico “Giannina Gaslini”.
Dall’inizio dell’anno sono stati effettuati dodici trasporti d’urgenza attraverso velivoli dell’Aeronautica Militare dall’aeroporto di Alghero, quale scalo utilizzato per i voli sanitari per tutto il nord della Sardegna. Gli aeromobili dell’Aeronautica Militare sono quotidianamente utilizzati per missioni di pubblica utilità, quali il trasporto sanitario d’urgenza di ammalati, di traumatizzati gravi e di organi per trapianti, nonché per interventi a favore di persone comunque in situazioni di rischio. Quest’ultima attività, dato l’imminente pericolo di vita delle persone trasportate, impone un livello di prontezza, ventiquattr’ore al giorno, 365 giorni all’anno.