Alghero volti pagina. “Chi è veramente disposto a rimboccarsi le maniche per il bene comune?”
Sono venuta ad abitare in questa splendida città da un anno, proveniente dal continente, e mi sono ritrovata quindi immersa quasi subito nella realtà cittadina di cambio di amministrazione. In un momento così travagliato e incerto per il nostro paese, così come per gran parte del mondo moderno, non credo sia difficile per chiunque capire che riuscire a governare bene non è certo una cosa semplice o scontata, ma le persone in generale, e noi italiani in particolare (e purtroppo, in questo caso, non posso fare un’eccezione nemmeno per il popolo sardo), sono sempre prodighe e pronte quando si tratta di dispensare critiche verso l’operato altrui: poche sono però quelle che offrono soluzioni o alternative valide in merito alle questioni che mettono in discussione.
La nostra nazione sta affondando e non riesce a prosperare proprio perché ai vertici sono più impegnati a demolirsi a vicenda piuttosto che a cercare una sana collaborazione per iniziare a costruire qualcosa. L’antico dettame “mors tua vita mea” a quanto pare vige più che mai, senza capire che, al contrario di quanto esso asserisce, a furia di distruggere – sotto qualsiasi forma – ci facciamo terra bruciata intorno e prima o poi siamo destinati a soccombere a nostra volta. Un grande saggio dell’antichità ha fatto presente che chi scava una fossa alla fine sarà lui a caderci dentro e che di solito la pietra torna addosso a chi la rotola…
Ho dovuto tristemente costatare che qui ad Alghero la situazione non si distingue per migliore qualità. I gentili signori e signore che compongono il consiglio comunale (alle cui sedute ho avuto modo di assistere più volte) sembrano più interessati e impegnati a tacciare di incapacità e di inadempienza il Sindaco e la sua giunta (e questo persino da parte di coloro che compongono la sua stessa coalizione i quali, in teoria, “dovrebbero” fornirgli il proprio pieno appoggio e consenso), piuttosto che mostrare di essere disposti a rimboccarsi le maniche per cercare un autentico “bene comune”, sapendo mettere sapientemente da parte eventuali divergenze di opinioni. Sono in molti a vantare, ho notato, le proprie capacità, competenze, proposte, esperienze in campo “politico”, ma di genuino interesse per un vero benessere della cittadinanza algherese se ne vede ben poco tra coloro i quali ricoprono questo ruolo che dovrebbe essere al servizio della comunità.
Tra questi alcuni, palesemente navigati nelle acque della politica, si mostrano particolarmente zelanti nel voler silurare, a parole e con i fatti, quello che il primo cittadino sta cercando con notevole impegno e altrettanta fatica, data l’oggettiva situazione, di costruire per dare una svolta alla città. Non è richiesta un’intelligenza superiore per capire che se Alghero si trova ancora, al presente, in una condizione difficile questo è largamente dovuto al modo in cui è stata amministrata negli anni precedenti e, quindi, ha abbastanza del ridicolo e del paradossale voler attribuire a tutti i costi in ogni circostanza e ad ogni occasione ogni colpa e responsabilità a chi ha ricevuto in mano il testimone del governo della città da poco meno di un anno. In un paese gravemente afflitto dall’individualismo e dal presenzialismo come il nostro a quanto pare il lavoro di squadra è, purtroppo, una meta ancora lontana.
Perché non cerchiamo una volta per tutte di liberarci, oltre che dalla smania di curare ognuno il proprio orticello di interessi personali, anche dell’italica (e non solo) prassi di “una mano lava l’altra” imparando invece a “lavarci le mani” da soli e ad impegnarci a mantenerle pulite? Credo di poter dire a nome di tutti coloro che sono cittadini integri, onesti, franchi e privi di vanagloria che è arrivato il tempo di voltare pagina anche qui ad Alghero. Cerchiamo di lasciar lavorare il Sindaco!