Alleanza per la salute tra Sardegna e Iraq
A distanza di un anno dall’avvio, da parte della Giunta Cappellacci, del programma assistenziale per la cura di nove bambini iracheni in ospedali dell’Isola, oggi a Cagliari si è fatto il punto tra Regione e una delegazione del Paese medio-orientale, in particolare con i rappresentanti dell’area di Ninive e della Ninavah Thalassemia Society. L’incontro, presieduto dall’assessore della Sanità Simona De Francisci e dal direttore generale della presidenza Gabriella Massidda e che ha visto la partecipazione anche dei medici e responsabili del Microcitemico di Cagliari, è stato l’occasione per rafforzare e intensificare gli scambi di conoscenze e competenze tra le due realtà. Il direttore generale Massidda ha rimarcato come la Sardegna, anche in questa circostanza, si conferma da tempo una comunità solidale e una Regione che investe risorse economiche e soprattutto umane per la cooperazione internazionale in ambito socio-sanitario ma non solo.
“È un progetto bello e ambizioso – ha sottolineato l’assessore De Francisci – che vorremmo dedicare alla memoria dei professori Galanello e Cau, scomparsi da poco. Da parte nostra, mettiamo a disposizione formazione e strumenti su un campo, quello della talassemia, sul quale l’Iraq è ancora indietro e che non a caso ha scelto l’Isola per le sue competenze all’avanguardia in questa specializzazione. Un Paese che intendiamo supportare anche dal punto di vista ingegneristico e logistico, in attesa che vengano costruiti dei centri specialistici in loco. In questo anno di collaborazione, abbiamo imparato e ricevuto tanto grazie all’umanità di queste persone e in particolare dei piccoli pazienti che il Microcitemico ha avuto in cura”. Nella regione di Ninive, è emerso durante l’incontro, sono ben 1200 i casi di talassemia che si riscontrano ogni anno.
Il programma assistenziale per ragioni umanitarie supporta le istituzioni (pubbliche e private) nelle attività di cooperazione internazionale o di assistenza umanitaria, privilegiando l’assistenza a favore di cittadini bisognosi di cure urgenti e di Paesi extra Ue dove, per ragioni politiche o militari, gli accordi esistenti con il Servizio sanitario nazionale non possono essere rispettati e nei quali non esistono o non sono facilmente accessibili competenze medico-specialistiche per il trattamento di gravi patologie.