All’I Am di Alghero la cucina sarda sposa quella araba

Durante la tre giorni dell’International Augmented Med, l’incontro tra culture è avvenuto anche da un punto di vista gastronomico

Durante la tre giorni dell’International Augmented Med, il progetto di cooperazione internazionale tra Paesi mediterranei che, oltre a Italia e Spagna coinvolge anche Giordania, Libano, Palestina, Tunisia ed Egitto, l’incontro tra culture è avvenuto anche da un punto di vista gastronomico. Grazie alla creatività dello chef Fausto Tavera di Ittiri, che bene conosce i gusti della cucina araba avendo maturato esperienza nei ristoranti della Costa Smeralda, e grazie alla sua collaboratrice marocchina Bouchra Dahbi che ha supervisionato le proposte gastronomiche, ad Alghero da venerdì a oggi (domenica 27) la cucina sarda è riuscita a sposare diverse particolarità di quella araba.

Così i presenti hanno potuto gustare vari assaggi a base di pesce, dal baccalà al polpo, graditi sia in Sardegna che nei paesi nordafricani e mediorientali, particolarmente speziati. Poi la frègula tostata e il “sucu” alle verdure, note versioni sarde del cus cus arabo. «Anche le carni di pecora sono molto amate in entrambe le culture – ha spiegato Tavera – per questo abbiamo proposto stoccadito grigliata e agnello in umido». Sono state presentate seadas e formaggelle realizzate con formaggio di caglio vegetale (di cardo) rispettando la tradizione halal. Tra le portate anche formaggi dolci e cremosi, che nel mondo arabo sono realizzati con yogurt colato. Infine due pani tipici: il carasau da una parte e dall’altra lo shabbat, il pane dolce delle feste, molto lievitato, che il maestro ittirese prepara direttamente nel suo laboratorio.

27 Settembre 2015