All’insegna delle “Ali” il ventottesimo festival internazionale Time in Jazz
Gli eventi in programma si svolgeranno dall'8 al 16 agosto a Berchidda e in altri centri del nord Sardegna. Louis Moholo-Moholo, Manu Katché, Lars Danielsson, Stefano Bollani, Michel Godard, Nguyên Lê, Oren Marshall, Kenny Barron e Dave Holland tra i nomi di spicco.
E’ uno degli eventi di punta dell’estate musicale: nel consueto periodo di metà agosto, dall’8 al 16, è tempo di Time in Jazz, il festival ideato e diretto da Paolo Fresu, quest’anno alla ventottesima edizione. L’epicentro è a Berchidda (provincia Olbia-Tempio), paese natale del trombettista, dove pulsa il cuore organizzativo (l’associazione culturale Time in Jazz) e si concentra il grosso della manifestazione, in particolare i concerti serali nella grande arena allestita in piazza del Popolo. Ma, come sempre, Time in Jazz coinvolge anche diversi altri centri del nord Sardegna – Bortigiadas, Budoni, Calangianus, Chiaramonti, Ittireddu, Loiri Porto San Paolo, Mores, Ozieri, Pattada, Posada, Sant’Antonio di Gallura, Telti, Tempio Pausania e Tula – a comporre un circuito di concerti che nel mattino e nel pomeriggio fa tappa di volta in volta in luoghi rappresentativi della storia, delle tradizioni o del paesaggio locali.
Si parte, l’8 agosto, con l’immancabile prologo del concerto a bordo di una nave della Sardinia Ferries in viaggio dalla penisola verso la terra dei Nuraghi (protagonisti Monica Demuru e Natalio Mangalavite), cui però si affianca quest’anno una trasvolata del Tirreno su un aereo di linea della Meridiana in compagnia della musica di Paolo Fresu: un’ouverture emblematica per un’edizione del festival che sceglie come titolo (e leitmotiv) “Ali”. Con questo tema prosegue dunque il percorso iniziato l’anno scorso all’insegna dei “Piedi”, in una continuità che Fresu sintetizza nelle sue note di presentazione citando un famoso aforisma dell’artista messicana Frida Kahlo: “Pies, para que los quiero si tengo alas para volar” (“A cosa mi servono i piedi se ho ali per volare”). Perché, come ricorda il direttore artistico, “è con questa metafora che lo scorso anno ci siamo lasciati pronti a volare verso un nuovo festival che si annuncia luminoso come il sole e volatile come una meteora. Festival composto da una infinità di piccoli tasselli che creano una galassia multiforme e multicolore disegnata da artisti, progetti, linguaggi, genti, luoghi, dialoghi, riflessioni, scambi e voci plurali”.
A spiegare le ali nel cielo di Time in Jazz sarà un cast di musicisti come sempre folto e di caratura internazionale in cui spiccano in particolare i nomi di Louis Moholo-Moholo, Manu Katché, Lars Danielsson, Stefano Bollani, Michel Godard, Nguyên Lê, Oren Marshall, Kenny Barron, Dave Holland; e poi Dan Kinzelman, Enrico Merlin, Alexander Hawkins, Giovanni Guidi, Luca Aquino, Michele Rabbia, The Rad Trads, Dino Rubino, Vincent Peirani, Paolo Angeli, la Piccola Orchestra Gagarin. Ma non è tutto, perché, chiuse le otto giornate berchiddesi, il 17 e il 18 agosto ritorna Timein Sassari, consueto proseguimento di Time in Jazz in varie località della provincia sassarese: Cheremule, Osilo, Ossi, Sorso e Monte d’Accoddi. Tra i protagonisti Paolino Dalla Porta e Salvatore Maltana, Silvia Corda e ancora Lars Danielsson con John Parricelli.
Undici giorni di musica, oltre quaranta concerti, cinque produzioni originali; e poi gli immancabili eventi espositivi del P.A.V., il Progetto Arti Visive curato da Giannella Demuro e Antonello Fresu, la rassegna di film e documentari selezionati dal regista Gianfranco Cabiddu e le altrettanto consuete iniziative di promozione e sensibilizzazione ambientale targate Green Jazz; e, ancora, presentazioni di libri, conferenze, degustazioni, laboratori.