Antonio Cardin: Cemento armato in piscina. Schiaffo al buon senso
Ho avuto notizia di un fatto che, se non avesse valide giustificazioni, rappresenterebbe un vero è proprio schiaffo al buon senso. Parliamo della piscina de “Lu Fangazzu”, impianto natatorio costruito, immagino con soldi pubblici e con contributo del CONI, per assolvere alla funzione di promozione delle varie discipline sportive previste dalla attività rappresentata dalle varie federazioni. Una piscina olimpionica idonea ad ospitare manifestazioni natatorie internazionali e dotata di un regolamentare impianto per i “tuffi”. La crisi delle specialità natatorie, la crisi dell’attività agonistica e gli elevati costi di gestione hanno fatto si che la struttura sia stata, giustamente, adibita anche ad altre attività amatoriali, attività legate al benessere fisico ed ad attività ricreative. Fra tutte queste nuove attività ricreative una delle più gradite sembrerebbe la ginnastica in acqua la così detta “acqu-gym”, ovvero la ginnastica fatta dentro l’acqua. Fin qua tutto normale ma sembrerebbe che, per aumentare lo spazio per gli amanti di questa disciplina e per risparmiare sule spese di riscaldamento si sia proceduto a: smantellare l’impianto tuffi trampolino e piattaforma riempire la parte della piscina dedicata ai tuffi con una “colata” di cemento armato. Credo che chiunque convenga che è un modo di operare alquanto strano ed è per questo che, con questa interrogazione chiedo: E’ vero quello che ho asserito? Chi ha autorizzato la modifica dell’impianto? Potremo essere esposti, visto che per fare l’impianto sono stati spesi soldi pubblici, essere condannati al ripristino? Perchè è stato fatto? Chi paga il costo del riscaldamento dell’acqua della piscina? Domande chiare e semplici fatte dai cittadini ai quali dobbiamo dare risposta.