Appello di Papa Francesco: nessuna paura del rinnovamento
“Quello lanciato dal Pontefice, quando invita a non avere paura del rinnovamento delle strutture, è un messaggio coraggioso, che chiama tutti noi a una riflessione profonda, al superamento di ragionamenti egoistici finalizzati alla conservazione della situazione esistente”. Così il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, commenta le parole pronunciate da Papa Francesco durante la messa a S. Marta.
“È un invito a superare la gelosa custodia di rendite di posizione consolidate nel tempo, a non arroccarsi in uno sterile istinto di conservazione – aggiunge il presidente della Regione – Si tratta di un vero e proprio appello al coraggio, ad andare oltre l’interesse particolare, che proviene da un’autorità spirituale e che non può non toccare le coscienze di chi, credente o non, ha la responsabilità di guidare la cosa pubblica. È necessario un cambio di passo e di mentalità che riavvicini la politica alla società, al vissuto quotidiano dei cittadini e che anche in questo campo porti ‘vino nuovo in otri nuovi’.
Per questo la dialettica democratica – prosegue Cappellacci – deve andare oltre la contrapposizione continua ed esasperata, oltre l’interesse del singolo, della categoria, del campanile o della fazione per aprirsi a ragionamenti alti che abbiano come fine la crescita della comunità nel suo insieme. Perché dalla macerie di una crisi che non è solo economica, ma è anche morale culturale possiamo rialzarci solo se saremo capaci di muoverci insieme come comunità. È necessario che la politica rinunci a una parte significativa delle proprie certezze per costruire più certezze per chi, genitore, studente, imprenditore, lavoratore etc. vive fuori dal palazzo ed affronta quotidianamente, con dignità, le avversità.
Ecco perché il pensiero del Santo Padre ha un valore universale e perché il rinnovamento delle strutture, di tutte le strutture, è una necessità vitale. In un momento – conclude il presidente – in cui intorno ai processi di cambiamento che si stanno compiendo in atto sta sorgendo una conflittualità che appassiona i cosiddetti ‘addetti ai lavori’, ma non appassiona quei cittadini che si sono già espressi in maniera netta, domandando un ripensamento della nostre strutture politiche, occorre riportare il binario della discussione non sulla contrapposizione di interessi particolari, ma su ciò che più risponde al bene della comunità. In questo senso, ad esempio, l’abrogazione delle province e l’avvio di un processo che dia il giusto spazio al ruolo qualificato dei Comuni non può che essere un punto di partenza”