Aprite i Porti – A Sassari Mobilitazione Cittadina
Nella centrale piazza d'Italia, davanti alla Prefettura, diverse centinaia di attivisti, sempici cittadini e amministratori pubblici che hanno a cuore i diritti umani, si sono ritrovate e sedute in cerchio con indosso le copertine isotermiche dorate per simboleggiare vicinanza e solidarietà a chi rischia la vita propria e dei propri figli, in fuga da paesi afflitti da guerra e povertà in cerca di un futuro migliore, trovando sempre più spesso la morte.
Giovedì 14 giugno, Sassari, è stata testimone di una mobilitazione straordinaria cittadina. L’appello era stato lanciato nei giorni scorsi dall’UDU Unione Degli Universitari, e raccolto da numerose associazioni e organizzazioni (fra cui Acos, Alisso, Amnesty International, Andalas de Amistade, Anpi, ARCI provinciale Sassari, Associazione onlus Franco Mura, Associazione Luigi Polano, Associazione Ponti non muri, Caritas, Consulta dell’immigrazione – comune di Sassari, Cooperativa Sociale Pegasus, Emergency Sassari, Flc-Cgil, Movimento Omosessuale Sardo, noiDonne 2005, Nuovi Diritti Cgil, Protea Onlus, Sassari Città Aperta, Sportello Immigrati Cgil – Asce, Theatre en vol, Embargo Beat), per manifestare contro la decisione del governo di chiudere i porti alla nave Aquarius di Sos Mediterranee – associazione europea per il salvataggio dei naufraghi nel Mediterraneo – carica di superstiti, fra cui 123 minori non accompagnati, 11 bambini e 7 donne incinte.
Nella centrale piazza d’Italia, davanti alla Prefettura, diverse centinaia di attivisti, sempici cittadini e amministratori pubblici che hanno a cuore i diritti umani, si sono ritrovate e sedute in cerchio con indosso le copertine isotermiche dorate – il dispositivo medico utilizzato per contribuire alla stabilizzazione termica dei pazienti che viene solitamente impiegato per accogliere e portare conforto ai migranti appena salvati in mare – per simboleggiare vicinanza e solidarietà a chi rischia la vita propria e dei propri figli, in fuga da paesi afflitti da guerra e povertà in cerca di un futuro migliore, trovando sempre più spesso la morte.
Ad aprire gli interventi del sit-in sono stati Giovanni Sotgiu dell’UDU e Rita Diez e Giovanni Salis di Emergency Sassari che hanno ricordato, alla parola d’ordine “restiamo umani”, che esiste ancora una parte di paese disposta a lottare e che crede fermamente che le vite umane hanno tutte lo stesso valore, al di là della razza, del colore della pelle e del luogo di nascita. A seguire altri interventi fra cui quelli del Sindaco di Sassari Nicola Sanna, Carlos Cardini della Consulta Comunale degli immigrati eletti in rappresentanza dei cittadini stranieri e apolidi residenti nel comune di Sassari, Barbara Tetti per il MOS, Giustina Casu di Acos, Simone Maulu per associazione Embargo Beat e, in chiusura , Ambrose, un ragazzo richiedente asilo iscritto al MOS, che, in inglese con la traduzione di Michelle Kramers, ha ringraziato i presenti per la vicinanza e solidarietà e lanciato un appello di pace e amicizia fra i popoli.
Alla conclusione della mobilitazione i presenti hanno intonato tutti insieme e fatto risuonare per diversi minuti nella piazza il coro “Aprite i porti”. Il prossimo appuntamento cittadino è previsto per mercoledì 20 giugno, in piazza Santa Caterina, con l’iniziativa “La nostra casa è il MONDO”, organizzata dalle associazioni della Rete Diritti al Cuore e tante altre associazioni, per celebrare la Giornata Mondiale del Rifugiato 2018 con arte, musica, cinema, teatro, laboratori e attività all’insegna della multiculturalità, dello scambio reciproco e del rispetto per il prossimo.