«Arcivescovo di parte, stop richiami verso migranti»

L'opinione di Pietro Serra, presidente Alternativa Futura per l'Italia

In principio fu Paolo Atzei, ex Arcivescovo di Sassari: “Senza dimenticare i patimenti dei forestieri è giusto prima di tutto occuparsi dei poveri che abbiamo in casa”. Si gridò allo scandalo. Non mancarono, allora come oggi, le accuse di razzismo, xenofobia, fascismo. Un anno e mezzo la storia cambia. Alla guida della diocesi arriva Mons. Gianfranco Saba. Continui richiami all’accoglienza dei migranti. Proprio quest’estate aveva programmato un mese di ministero al Cairo con i Padri domenicani di Parigi presso il contesto musulmano. Parole espresse in una lettera diffusa alla stampa il 27 giugno 2017 che recitano letteralmente: “In questi anni diventava sempre più forte il pensiero di poter donare le attuali energie per il dialogo islamo- cristiano”. Il che la dice lunga su come verrà amministrata la diocesi turritana. Allora perdonatemi se faccio la voce fuori dal coro, ma il nuovo Arcivescovo, proprio non mi piace.

Uno che si presenta amico degli islamici, coloro che non ci vedono come fratelli ma carne da macello, mi lascia alquanto perplesso. Tanto quanto le sue affermazioni: “Anche nella nostra terra abitiamo un terreno plurale. Il riconoscimento dell’unicità di ciascuno rende questo terreno fertile. E tutti siamo chiamati da Cristo a lavorare nel Suo campo, a lavargli i piedi nell’estraneo”. E genera altrettanta confusione il continuo ribattere sull’accoglienza. E volere, a tutti i costi, alcuni migranti per rappresentare il carattere multietnico della comunità diocesana. Vien da chiedersi, se ciò si deve interpretare come una resa della gerarchia, che per incrementare il numero dei fedeli punta sulla povertà e ignoranza degli immigrati. Oppure dietro ci sono interessi specifici.

3 Ottobre 2017