Auguri e buon lavoro
Chiudevo il mio intervento precedente, promettendo altre note sulla campagna elettorale appena trascorsa. Dal momento che la responsabilità della guida di Alghero per i prossimi 5 anni é, finalmente, ricaduta sui Partiti che fanno capo al CentroSinistra e su Stefano Lubrano, vale a dire che ‘è arrivato il momento di mettersi al lavoro’ e porre mano al corposo programma, elettorale presentato sia alle primarie e sia alle elezioni amministrative, dico a me stesso che è giunto il tempo di chiudere ogni conto con il passato: basta con gli appalti milionari e tutto ciò
che – lo dice il Presidente Giampaolino della Corte dei Conti- segue agli appalti milionari e sovradimensionati, anche se gli effetti rimangono nella memoria di chi sperimenta sulla propria pelle di Cittadino il miserevole inganno di questi che da altre parti avrebbero definito come mercanti del Tempio.
Domenica pomeriggio, 1° Luglio, dopo tanti anni di scogliera, sono tornato a Maria Pia, all’altezza dello Chalet: pensavo di trovare le tracce del famoso investimento milionario per il Verde, e notavo invece la sofferenza di qualche agave e di poche ‘alchimissa’ fuori luogo in un ambiente siliceo piuttosto che acido, soffocate da quella calura insopportabile anche per la macchia mediterranea che si adatta a tutti gli ambienti; ho pensato tra me e me, di essere capitato nel punto meno propizio, (forse gli interventi più corposi saranno da qualche altra parte…); mi sono avviato per un sentiero costruito con malta che si connette alla passerella in legno, alta quanto la duna, dal cui crinale si dovrebbe intravvedere la spiaggia lambita dalla risacca trasparente. Ho ritrovato la spiaggia di sempre, delimitata dai ginepri ricchi di anni e di profumi, ma la trasparenza dei nostri anni verdi, dei giochi e dei primi contatti con il mare dei miei figli, era diventata solo un ricordo di tante fotografie e di una nostalgia feroce.
Ho avuto il coraggio di entrare in acqua, spinto dal solleone e da una calura insopportabile, con la speranza che la realtà fosse diversa a qualche metro dalla riva: sono il classico marinaio di scoglio; il mare mi fa paura se non distinguo il fondo; mi sembrava di nuotare in un’acqua sporca di colore, dove anche le braccia, nella loro rotazione più bassa, diventavano indistinte quasi non mi appartenessero più. Sono tornato a riva velocemente, con la sensazione di essere orfano di una delle più belle cose, gratuite e dispensate con generosità, che siano capitate agli Algheresi frequentatori di quella porzione di spiaggia: la limpidezza dell’acqua paragonabile solo all’azzurro intenso del cielo quando le brezze arrivano da maestro. Alghero, per fortuna ha tante spiagge, e quella stessa spiaggia così deturpata, quando si supera l’Ospedale Marino verso Sud, ridiventa quella di sempre; non credo quindi che le fortune o le sfortune della stagione turistica attuale dipendano da questo ciclone che si è abbattuto sul Calich; la sofferenza ricadrà tutta su quelle imprese balneari le quali, da Fertilia sino all’Ospedale Marino, non soltanto non vedranno i turisti classici, ma si vedranno trascurati dai bagnanti locali i quali, è il caso di dirlo, cercheranno altri lidi, con risultati devastanti per la manodopera che in quegli stabilimenti trovava sfogo; giusta quindi la loro ira e la loro protesta.
L’ulteriore fallimento di questa stagione turistica (ulteriore perché va ad aggiungersi alle simili che l’hanno preceduta), viene da lontano, esattamente da Cagliari, dove una Amministrazione Regionale inetta ed accidiosa, sbaglia i tempi di intervento sul settore dei Trasporti sia Marittimi che Aerei, e non riesce a trovare contromosse credibili e ragionevoli avverso i cartelli industriali di cielo e di mare: spendere nel viaggio per arrivare in Sardegna quanto l’intera vacanza, costituisce l’handicap più grave in un periodo come quello presente; inoltre alla Regione spetta il compito di creare alternative ad una vacanza di esclusivo Sole-Mare, con l’incentivazione di una offerta culturale organica da riscoprire nella valorizzazione dell’immenso patrimonio archeologico sparso per tutta l’Isola. E su questi temi dovremo necessariamente tornare quando la squadra di Stefano Lubrano inizierà concretamente il suo lavoro.
Ma l’aspetto più sconcertante della storia di Maria Pia e delle sue acque, sta nella convergenza di analisi tecnica sul fenomeno, che si è verificata il giorno 4 luglio tra Legambiente locale e l’ex Sindaco, per i quali, l’installazione di un sedimentatore supplementare al complesso di San Marco, consentirebbe la riutilizzazione totale delle acque reflue a fini irrigui, (mi chiedo sempre che se ne farà di queste acque con la fine della stagione irrigua), evitando in tal modo lo sversamento di acque dolci nel Calich, vero nodo cruciale di tutta la problematica. L’ex-Sindaco sostiene che il convenire di Legambiente sulla giustezza dell’assunto relativo al quarto sedimentatore, benché tardivo dimostri buona volontà e onestà intellettuale. Non so che cosa ne pensi Luciano Deriu, ma a me sembra che l’onestà intellettuale consista nel riconoscere anzitutto i propri limiti. Onestà intellettuale in questo caso specifico, avrebbe significato: 1) prima di ogni intervento possibile ed immaginabile, impostare una Verifica di Impatto Ambientale, certificata e gestita da studiosi e da scienziati, tesa a prevenire qualsiasi pregiudizio su un sistema così delicato come il Calich; 2) la progettazione ed il successivo finanziamento del quarto gruppo di sedimentazione, avrebbe dovuto precedere qualsiasi intervento di trasferimento della depurazione delle acque luride di Alghero, al fine di evitare il disastro incautamente causato. Mi sembra inoltre che onestà intellettuale significhi chiedere scusa quando si commette qualche errore, anche se le scuse possono portare discredito pubblico alla Persona che le porge; tra Uomini veri si usa così.
Prima di chiudere, rapportandomi al primo capoverso: una campagna elettorale così becera come quella appena conclusa, non concorre alla crescita ed alla maturazione della Gente; ed è su questi due sostantivi che si pone la fiducia e la speranza dell’azione concreta di una Amministrazione Comunale. Lo spazio però è già tiranno, quindi ne riparleremo nella prossima nota.