Aumenta la tassa sulla birra in Italia, produttori in rivolta

L’accisa sulla birra si prepara ad aumentare? Il rischio, più che concreto, è paventato dai produttori di “bionda” riuniti nell’Assobirra Italia che ammoniscono: “Se il rincaro dell’accisa passa a gennaio 2015 metterà in bilico 1.200 posti di lavoro nei settori industria alimentare, agricoltura, distribuzione, bar e ristoranti, dopo i 1.200 posti già ‘bruciati’ con i primi due aumenti, per un totale di 2.400 occupati in meno”. A parlare è il presidente di Assobirra Alberto Frausin che chiede al governo guidato da Matteo Renzi di cancellare l’aumento previsto per l’inizio del prossimo anno. “La birra – spiega Frausin – è l’unica bevanda da pasto gravata da accise, ma questa anomalia non porta nessun vantaggio al Sistema-Paese per l’effetto depressivo sull’occupazione e sui consumi.

Che cos’è l’accisa sulla birra e a quanto ammonta in Italia. “Un sorso di birra su tre va al fisco”: sostengono i produttori. Il calcolo è presto fatto tra accisa (ovvero l’imposta sulla fabbricazione e vendita di prodotti di consumo) e l’Iva (Imposta sul valore aggiunto, in Italia al 22%), 70 centesimi per una birra che costa 1,80 euro sono destinati allo Stato. Olanda e Danimarca, grandi produttori di birra, si sono decisi di recente ad abbassare le accise. “Noi produttori italiani che stiamo consolidando un export di 2 milioni di ettolitri l’anno rischiamo di incentivare solo l’import di birre low cost e da discount, dalla Germania in particolare” affermano Assobbirra. Secondo uno studio Ref presentato dal coordinatore della ricerca Fedele De Novellis, un aumento delle accise di 10 centesimi al litro porterà a un aumento del prezzo medio di circa il 2%, con punte del 7% nella Gdo, con la previsione di una diminuzione dei consumi del 5%. Online da qualche giorno c’è una petizione, “Salvalatuabirra” che sta coinvolgendo famosi chef e personaggi del mondo dello spettacolo.

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