Befera: “E’ vero, in Italia si evade per sopravvivere. Meglio meno tasse”

Anche secondo il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, esiste un’evasione fiscale “di sopravvivenza”, come aveva già affermato il viceministro dell’Economia, Stefano Fassina, pochi mesi fa: “Ci sono diversi tipi di evasione – ha detto intervistato a Radio 24 -, noi proviamo a combatterli tutti con la massima intensità. Nel nostro Paese bisogna pagare le tasse e se non ci fosse Equitalia non le pagherebbe nessuno. Che l’evasore sia un parassita della società è un dato di fatto”. Befera ha quindi detto: “Vorrei un aggiornamento di quei 100 miliardi di euro” di cui tutti parlano, “credo che qualcosa l’abbiamo recuperato, è stata abbattuta la forbice tra il reddito percepito e il reddito dichiarato”. Tuttavia, nel combattere chi no paga, spesso si è sentito solo: “Ci sono stati dei momenti che ci siamo sentiti poco sostenuti, ora va un po’ meglio”, ha ammesso.

Ma l’evasione “fa ancora parte della cultura italiana, bisogna cambiarla. Evadere – dice Befera -non è furbizia, bisogna istruire le nuove generazioni. Siamo un Belpaese di evasori, speriamo di cambiare”. L’evasione è un fenomeno internazionale, ma anche in tale contesta la lotta contro i furbi delle tasse sta facendo passi in avanti. “Ci sono fatti concreti, c’è un movimento internazionale, stiamo cercando di portare a casa i quattrini che sono all’estero, e i segnali ci arrivano” da coloro che vogliono rimpatriare i capitali detenuti illegalmente all’estero, dice Befera. E ancora: “Bisogna trattare, senza sconti particolari, bisogna smussare qualche angolo”. Poi una battuta: “Messi è l’evasore ideale, magari fossero tutti così”, ha detto commentando il fatto che sui 4 milioni di tasse contestategli, il fuoriclasse del Barcellona ne ha pagati 5.

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7 Ottobre 2013