Bergamo, infermieri e dottori ricevono Cannabis light
Negli ospedali più flagellati d'Italia, il personale medico e infermieristico riceve Cannabis per alleviare lo stress
Il territorio bergamasco, così come tutta la Lombardia in genere, sta pagando un tributo altissimo in questa terribile guerra contro il nuovo Coronavirus. Oramai è sotto gli occhi di tutti lo sforzo immane che sta compiendo tutto il personale sanitario per fronteggiare le esigenze di un numero impressionante di pazienti che, a causa del severità del Covid-19, richiede cure assidue e lunghe.
I turni di solito sono molto più lunghi del normale, il personale è sempre scarso rispetto all’incremento di pazienti da assistere e il fatto di non avere a disposizione una quantità apprezzabile di materiale protettivo (calzari e mascherine monouso, guanti resistenti, visiere ecc…) influisce non poco sul livello di stress personale. Da non trascurare i riflessi negativi sull’umore, anche su lungo periodo.
Per alleviare quella condizione si è fatta avanti un’azienda agricola della bergamasca specializzata nella produzione di infiorescenze, con la donazione volontaria di Cannabis light e CBD in favore dello staff sanitario di vari Ospedali della Lombardia per un valore complessivo di 100mila euro.
Parlare oggi di Cannabis terapeutica o di Cannabis come prodotto che non ha niente a che vedere con il classico sballo da spinello suona ancora strano, ma proprio la capacità di rilassare la rende un prodotto naturale ideale. Si tratta di Cannabis light, assolutamente legale anche nel nostro Paese a fronte di un rispetto del livello di THC inferiore allo 0,2% per rendere i prodotti adatti ad uso terapeutico. Il delta-9-tetraidrocannabinolo (detto THC) è uno dei maggiori e più noti principi attivi della Cannabis che, assieme al CBD (ossia il Cannabidiolo), sono somministrate per contenere il dolore cronico di alcune patologie come la fibromialgia, altre patologie autoimmuni, per ridurre la pressione endoculare e a controllare alcuni tic involontari.
Finora si pensava che il THC fosse la sostanza più psicoattiva prodotta da questa pianta ma sembra che non sia così. Un team di ricerca italiano ha annunciato, con lo studio pubblicato su Scientific Reports la scoperta di due nuovi cannabinoidi: il Tetraidrocannabiforolo (THCP) e il Cannabidiforolo (CBDP).
La prima sostanza, a detta degli stessi autori, è almeno 30 volte più potente del THC stesso, mentre la seconda sostanza può essere considerata simile al CBD. Ricordiamo che il CBD è noto per i suoi effetti miorilassanti, sia mediante l’assunzione orale sotto forma di estratti oppure olio, idoneo anche per il massaggio rigenerante.
Le scoperte dei ricercatori, che hanno eseguito esperimenti sui topi, iniettando nel corpo di questi ultimi basse dosi di THCP. potrebbero offrire l’apertura di nuovi orizzonti sull’utilizzo medicinale dello stesso THC.
Mentre le proprietà rilassanti torneranno utili per tutte le condizioni di sindrome post-traumatica da stress anche dei comuni cittadini che, come dimostrato in tempi di crisi, sono stati costretti all’improvvisa modifica della socialità e potrebbero avere reazioni inconsulte come colui che ha sputato verso i medici.
Foto: TerreDiCannabis_ / Pixabay