Bloom algale Calich, confermata l’ipotesi iniziale
L'aumento repentino delle temperature nelle giornate in cui si è verificato il fenomeno e la ormai presenza costante di nutrienti , più abbondanti in questa stagione per via dell’apporto dal bacino imbrifero attraverso le piogge, ha determinato la proliferazione delle macroalghe.
Concluse le analisi chimico-fisiche effettuate dal Servizio Laboratorio ARPAS di Sassari, di verifica della qualità delle acque e di determinazione delle specie di macroalghe che hanno generato alcune settimane fa, in modo particolare nelle porzioni meno profonde dell’area umida del Calich, un suggestivo quanto preoccupante tappeto verde. Confermata l’ipotesi iniziale: l’aumento repentino delle temperature nelle giornate in cui si è verificato il fenomeno e la ormai presenza costante di nutrienti , più abbondanti in questa stagione per via dell’apporto dal bacino imbrifero attraverso le piogge, ha determinato la proliferazione delle macroalghe.
I campionamenti svolti dai tecnici dell’Arpas in stretto accordo con il Parco di Porto Conte hanno rilevato una condizione di ipersaturazione di ossigeno verso la porzione dello stagno a minor ricambio con il mare. Di converso, le analisi condotte sui nutrienti hanno evidenziato proprio nel punto a minor ricambio con il mare le concentrazioni più basse di questi analiti. Tali risultati potrebbero essere ricondotti all’imponente sviluppo macroalgale, presente in quella zona anche in superficie, che ha determinato sia l’utilizzo di gran parte dei nutrienti disponibili, sia le condizioni di ipersaturazione.
«In generale – si legge in una nota del Parco di Porto Conte – si può affermare che le concentrazioni di clorofilla “a” rilevate in tutte le stazioni sono risultate tra le più basse degli ultimi anni. I valori dei principali nutrienti, come i nitrati e orto fosfati, sono in linea con quanto viene registrato solitamente in questo periodo dell’anno durante il quale si manifesta il maggior apporto dal bacino imbrifero in ragione delle precipitazioni. La condizione rilevata al momento del sopralluogo non ha evidenziato fenomeni di anossia, dato confermato anche dai bassi tenori di ammonio nei campioni sia di superficie sia di fondo, ma non si esclude che l’evolversi del fenomeno possa portare, con il disfacimento sul fondo della materia organica rappresentata dalle macroalghe, a crisi anossiche all’interno dello specchio acqueo».
«L’aumentato apporto di acqua dolce è da legarsi sia al recapito dei reflui provenienti dagli impianti di depurazione, sia (e soprattutto) al periodo di maggiore piovosità, da cui si hanno maggiori apporti dei tre corsi d’acqua recapitanti sul Calich che risentono sia delle pressioni puntuali derivate dai reflui degli impianti di depurazione, sia delle pressioni diffuse rappresentate dalle numerose attività di tipo agro-pastorale che, con il dilavamento provocato dalle piogge, comportano il recapito di rilevanti quantitativi di fosforo e azoto» – conclude la nota.