Bloom Calih, alcune considerazioni
L'opinione di Raffaele Cadinu
In merito all’articolo inerente le analisi dell’ARPAS sul Calich, pubblicizzate nel comunicato dell’Ente Parco di Porto Conte con solerte preghiera di diffusione, vorrei a mio modesto avviso aggiungere quanto segue: Sia L’ARPAS sia soprattutto il Parco di Porto Conte sarebbero dovuti intervenire già da molti anni in maniera diversa dalla semplice pubblicizzazione dei risultati delle loro analisi, dalle quali però emergono anche alcune ulteriori considerazioni. La prima è che sembrerebbe dalle risultanze e principalmente dal comunicato dell’Ente Parco che la causa del Bloom Algale sia da attribuire soprattutto all’apporto dei nutrienti trasportati dalle piogge provenienti dal bacino imbrifero. Solo in defilata responsabilità si accolla il problema ai reflui depurati provenienti dai depuratori. Fa specie che nel comunicato si usi la parola depuratori… evitando di nominare invece quello di San Marco. Mi viene difficile da pensare come sia stato possibile desumere dalle analisi effettuate nella Laguna del Calich la provenienza percentuale degli apporti dei nutrienti, cioè in che modo il Parco deduce che la gran parte di questi provengono dalle campagne trasportati dalle piogge e solo in piccola parte dai depuratori minori, oppure esattamente il contrario, come penso io, poiché tra i minori ce ne uno maggiore che è quello di San Marco che scarica ogni anno, nel Riu Filibertu e quindi nel Calich, 60 tonnellate di sostanze nutrienti. La questione infatti appare ancora più indubbia se pensiamo al fatto che il fenomeno del Bloom Algale si manifesta più spesso in estate quando le piogge non ci sono, e quindi quando dalle campagne non vi è apporto alcuno ma vi è invece sempre quello abnorme del depuratore di San Marco che supera i 20 mila metri cubi al giorno. Allora mi sorge il dubbio che l’attribuzione della responsabilità data in primis alle piogge ed in maniera secondaria ai depuratori, senza nominare mai quello di San Marco possa avere, concedendomi il termine, prodestamente carattere fumoso. Mi sembra di intravedere, nel tempestivo comunicato del Parco di Porto Conte, le stesse considerazioni del Prof. Nicola Sechi, quello che chiama Stagno la Laguna del Calich. L’Esimio infatti sosteneva in un convegno che l’accumulo di nutrienti nel Calich fosse dovuta per gran parte all’attività agricola, dimentico forse che le attività agricole negli ultimi 20 anni nella Nurra, soprattutto quelle intensive, sono in netto e costante declino e che prima di arrivare nei corsi d’acqua e da questi al Calich i predetti nutrienti possono anche essere metabolizzati e quindi trattenuti dalle piante selvatiche e non. Quindi, se fosse perfettamente vera la tesi dell’Esimio, al diminuire delle attività agricole negli ultimi 20 anni vi è invece l’aumento dei nutrienti provenienti dalle stesse, mi sembra ci sia qualche piccola contraddizione…!. E allora perché questo comunicato del Parco di Porto Conte trasmesso con sollecita ed esplicita preghiera di diffusione? Per quale motivo si vuole adesso, a buoi scappati, chiudere la stalla e sostenere che il Bloom Algale, fenomeno prettamente estivo in assenza di piogge, sia colpa dell’attività degli agricoltori e dei depuratori minori che devono infatti continuare a essere monitorati? Vero è che oramai del depuratore di San Marco conosciamo tutto, ma perché chiamare in causa genericamente i depuratori minori e non il maggiore? Non è che si vogliono deviare le ragioni del problema e farlo provenire da un’altra direzione a vantaggio di chi invece ha qualche responsabilità nella vicenda? Infatti il Parco di Porto Conte informa, nel comunicato, che continua a essere necessario il monitoraggio attento delle acque reflue dei depuratori minori, come dire che quello di San Marco è a posto…Qui prodest insomma…