Bombe alla Maratona di Boston, vittime e feriti. Torna l’incubo del terrorismo

Quella di ieri a Boston doveva essere una giornata di festa, poi, sul traguardo della gara podistica più antica al mondo, sono esplose delle bombe a distanza di venti secondi l’una dall’altra che hanno fatto ricadere l’America nell’incubo del terrorismo. Una esplosione si è verificata anche alla Kennedy Library ma non sarebbe ancora accertato il collegamento con le altre due. In maniera ossessiva le tv americane e di tutto il mondo hanno trasmesso le immagini delle esplosioni: il sangue a terra, il panico tra la gente, la grande nuvola di fumo. È terminata così la Maratona di Boston, una gara dedicata quest’anno ai sopravvissuti della strage nella scuola di Newtown. Proprio nelle vicinanze del traguardo, nelle tribune riservate alle autorità, c’erano infatti i familiari e i sopravvissuti della carneficina dello scorso dicembre.

Il bilancio provvisorio – A Boston sono al momento tre le vittime accertate, secondo quanto ha fatto sapere il capo della polizia Ed Davis. Tra di loro c’è un bambino di 8 anni e tanti altri piccoli sono rimasti coinvolti. Oltre 100 i feriti, molti di questi sono in gravi condizioni. Almeno 10 persone avrebbero subito amputazioni. La prudenza è d’obbligo ma, a ore di distanza dalle esplosioni, non risultano italiani coinvolti. Secondo quanto confermato anche dal console Giuseppe Pastorelli il numero di connazionali presenti in città era vicino, tra maratoneti e parenti, alle 227 unità. 5 gli atleti sardi che hanno preso parte alla maratona: Franco Pomata e Paolo Fanari di Carbonia, Remo Zanda, 40 anni ed Elisabetta Porcu, 42, entrambi di Sassari, Giovanni Antonio Cecconello, algherese, geometra 50enne ed ex consigliere comunale. In seguito alle esplosioni di Boston anche a New York e Washington è scattata la massima allerta. Sono state rafforzate le misure di sicurezza, cordonata l’area della Casa Bianca.

Obama: “Troveremo i responsabili” – Il vicepresidente americano Joe Biden ha inizialmente fatto sapere che “apparentemente c’è stato un attentato”, poi anche il presidente Obama ha parlato alla nazione. Obama ha spiegato di non sapere ancora molto ma ha assicurato “che chiunque sia stato pagherà”. Il presidente rimane in contatto con le autorità locali per seguire l’evolversi della situazione e fornire tutta l’assistenza di cui la città di Boston avrà bisogno, sia per le indagini che per gli aiuti. Non si conosce ancora la matrice dell’attentato, il lavoro degli inquirenti è dunque a tutto campo e nessuna pista viene esclusa.

Le indagini condotte dall’Fbi – Alla guida delle operazioni gli agenti del Fbi, che in una breve conferenza stampa hanno ribadito come siano in corso “indagini criminali, potenzialmente nell’ambito del terrorismo”. Smentita la notizia di un primo fermo da parte della polizia, sicuramente sono in corso delle perquisizioni in città e ci sarebbe un “sospetto”. In merito a una notizia pubblicata dal Wall Street Journal, invece, gli inquirenti hanno reso noto che a un’analisi più approfondita è stato stabilito che i cinque dispositivi trovati qualche ora dopo la strage alla Maratona non erano delle bombe.

Tratto da www.fanpage.it ©

16 Aprile 2013