Bottidda: nuovo focolaio di peste suina africana
Un nuovo focolaio di peste suina africana è stato individuato nelle campagne di Bottidda. E’ stato l’allevatore proprietario della più importante azienda di riproduzione di suini della provincia di Sassari sita in località “S’Ispiddarzu” ad allertare ieri i Veterinari della ASL per la morte improvvisa di 14 scrofe su oltre 600 presenti.
I sanitari, come da manuale operativo, avevano provveduto alle verifiche del caso e al prelievo di campioni anatomici da inviare ai laboratori dell’Istituto Zooprofilattico di Sassari per la conferma. Contestualmente il Servizio Veterinario aveva informato le autorità competenti, Ministero, Regione e Centro di Referenza Nazionale e notificato il sequestro cautelativo dell’azienda al sindaco di Bottidda.
Questa mattina nel corso dell’Unità di Crisi, convocata dal Responsabile del Dipartimento di Prevenzione della ASL n.1, Francesco Sgarangella, il rappresentante dell’Istituto Zooprofilattico di Sassari ha confermato la diagnosi di peste suina africana, per cui si è proceduto a definire le azioni di eradicazione del focolaio, di controllo della malattia,esecuzione dell’indagine epidemiologica, definizione delle zone di vincolo e dei controlli sanitari.
A partire da lunedì 13 agosto saranno avviate le operazioni di abbattimento e distruzione degli oltre 1600 suini presenti nell’azienda sede del focolaio a cura del Gruppo d’Intervento Veterinario dell’ASL di Sassari mediante l’Unità mobile di abbattimento e disinfezione che si avvale di un apparecchio elettronico di ultima generazione. L’Amministrazione comunale di Bottidda ha già dato disposizione per l’individuazione del sito per l’interramento dei capi abbattuti, coinvolgendo per la vigilanza, la compagnia barracellare locale.
Con quello di oggi sono ormai 36 i focali di peste suina africana tra domestico e selvatico individuati nel territorio della ASL di Sassari su un totale di 97 focolai nella Regione, sono state quindi confermate le preoccupazioni del Servizio di Sanità Animale di Sassari che già da tempo parlava di una nuova ondata epidemica, dovuta a ripopolamenti irregolari e introduzioni con elusione dei controlli sanitari nelle zone già interessate dall’epidemia.