Bruno al Capolinea? Parla Carlo Sechi

Senza più maggioranza politica, il primo cittadino potrebbe rassegnare le proprie dimissioni. Le opposizioni esultano, ma la città teme l'arrivo dell'ennesimo commissario prefettizio

Non c’è due senza tre. Salvo novità dell’ultima ora, Alghero si avvia mestamente per la terza volta di fila, ad un fine legislatura targato da un Commissario Prefettizio esterno. Il passaggio all’opposizione dell’UDC, il partito dell’ex vice sindaco Antonello Usai, ha improvvisamente messo i bastoni fra le ruote al cammino di fine legislatura della giunta Bruno. Già dal prossimo consiglio comunale, infatti, il Sindaco non potrà più contare sul sostegno di una maggioranza politica. Dalla sua, soltanto 12 consiglieri, contro i 13 dell’opposizione.

Le opposizioni, con in testa Forza Italia, seguita a ruota da Ncd, Patto Civico e Psd’Az, esultano e se ne intestano la vittoria, ma la fine anticipata di una legislatura e l’arrivo di un Commissario Prefettizio per garantire l’ordinaria amministrazione, non può mai essere considerata tale. Se poi arriva per la terza volta di fila, c’è, caso mai, qualcosa di cui preoccuparsi, o che forse sfugge alla nostra comprensione di cittadini impegnati nelle proprie mansioni quotidiane. Per capirne qualcosa di più, siamo allora andati a chiedere lumi a chi di politica Algherese se ne intende.

Carlo Sechi (ex consigliere regionale ed ex sindaco di Alghero dal 1994 al 1998; ndr), l’arrivo dell’ennesimo Commissario Prefettizio, è davvero meglio per Alghero, così come dicono le opposizioni?
«L’arrivo di un commissario, un tempo prefettizio ora regionale, è sempre un insuccesso per il consiglio comunale che non riesce ad evitarlo. Di fatto, crea un vuoto amministrativo. Una gestione distaccata, burocratica e fredda della cosa pubblica»

Ci sarebbe, a suo modo di vedere le cose, un modo per evitarlo?
«L’unico modo per salvare la legislatura e soprattutto rilanciare l’azione di governo, sarebbe ricomporre la frattura tra Mario Bruno e il PD; vera causa della crisi amministrativa in atto. Questo finora non è accaduto per grave responsabilità della dirigenza regionale e questo rappresenta un danno grave per i “democratici” e il centro sinistra tutto, oltre che per la città di Alghero e la Sardegna chiamate tra breve ad importanti scadenze elettorali»

Come mai ad Alghero non si riesce più a terminare una legislatura?
«Questo accade quando, pur di vincere le elezioni, si mettono insieme forze e gruppi politici non in sintonia con il programma di governo sottoscritto. Programma quasi sempre non analizzato e discusso a dovere, ed ancor peggio, affidato poi ad assessori inesperti e inadeguati»

Secondo lei dove ha sbagliato Bruno? E dove sono stati, se ce ne sono, i suoi meriti?
«A mio parere, Mario Bruno, uomo e dirigente del PD, dapprima non è riuscito a superare lo scontro interno al suo partito e, successivamente, a ricomporlo. Non so dire, quanta determinazione ci sia stata da parte sua e quanta dalla dirigenza regionale, fatto sta che la posizione del PD locale è, e rimane, irragionevole anche se comprensiva. Nonostante questo, meriti, senza dubbio ne ha. Perché ogni sindaco, chi più chi meno, lavora per la sua città. E in questi anni, come nei precedenti, Alghero in alcune cose è andata avanti ed in altre è ritornata indietro. La città, d’altronde, non è solo “amministrazione comunale”, ma è formata da tante componenti. Come il mondo imprenditoriale; il mondo della scuola; la grande galassia dell’associazionismo culturale e sportivo; del volontariato; che pur privati di norme, finanziamenti e strutture adeguate, continuano ad operare raggiungendo a volte risultati impensabili. Rimane, semmai, la delusione per le troppe cose che potevano essere fatte e non si sono fatte. Le aspettative create con il nuovo corso di META, Comitato e Cda, e la povertà artistico culturale degli eventi messi in campo; la pulizia della città, che nonostante il nuovo appalto non da le risposte attese; l’anarchia ed il caos consentito nell’occupazione del suolo pubblico; il degrado dei civici mercati; e molte altre cose che sono sotto gli occhi, non di tutti, ma di chi osserva la città con affetto e considerazione»

E come valuta invece l’operato delle opposizioni, lei che per decenni è stato sulle barricate a combattere lo strapotere della Democrazia Cristiana e dei Socialisti?
«Il sistema elettorale attuale istiga allo scontro, al contrario del precedente che permetteva di cercare e trovare le mediazioni in aula, con accordi che rasserenavano molte posizioni, quando gli atti erano a vantaggio della città e della collettività. Ora, chi vince prende tutto e pochi margini rimangono alle opposizioni. Opposizioni che, peraltro, non sono più preparate alla proposta ed al dibattito in aula, vera sede del dibattito politico-amministrativo e delle scelte. Questo, le fa vivere una rabbiosa condizione di frustrazione, con la conseguenza che qualsiasi decisione assuma la maggioranza, sia da rigettare e denigrare. In buona sostanza ora gli uni e domani gli altri vivono uno scontro perenne. E non parlo degli scontri interni ai gruppi, che sono il vero cancro delle amministrazioni locali…»

In buona sostanza, cosa si augura per Alghero e tutti gli Algheresi?
«Anche se vedo la cosa molto difficile da raggiungere, l’unica soluzione possibile, sarebbe trovare un accordo nell’area democratica e del centro-sinistra su alcuni punti programmatici, alcuni particolarmente cari al PD. Penso al porto, al PUL (Piano di Utilizzo dei Litorali; ndr), a Maria Pia, agli insediamenti turistici, all’ospedale, all’aeroporto, alla mobilità urbana e alla sosta, al governare senza trucchi e ipocrisie le partecipate… Due anni di governo con assessori determinati e capaci non sarebbero pochi per realizzare alcune cose di cui Alghero ha urgente bisogno»

Antonello Bombagi, 18 Agosto 2017