Bruno D’Agata, il pilota eroe di Fumicino: “E’ solo il mio lavoro”

Guai a chiamarlo eroe, il comandante Bruno D’Agata che domenica sera ha portato in salvo 150 passeggeri che erano a bordo dell’Airbus A320 Alitalia eseguendo un atterraggio di emergenza sulla pista di Fiumicino, subito replica “è soltanto il mio lavoro”. E pure non solo per i passeggeri ma per molti lui resta un vero eroe che è riuscito ad evitare una tragedia rimanendo con il sangue freddo e portando a termine una manovra molto delicata. “Sono lusingato ma posso rispondere solamente di essere molto contento di aver concluso in sicurezza il volo, senza che nessuno si facesse del male e procurando anche pochissimi danni all’aeromobile” si schernisce Bruno D’Agata che parla con i giornalisti per la prima volta dopo l’incidente allo scalo aeroportuale romano.

Lui che si è formato nell’aviazione militare prima a bordo dei caccia F104 poi dei Tornado, ripete che non c’è nessun eroismo ma che quando accadono queste cose si pensa solo a compiere le giuste manovre nei tempi corretti. “In certi momenti non c’è nemmeno il tempo per avere dei tentennamenti, si pensa solo a come superare il problema. La testa si concentra sulle procedure di emergenza, sulla lista dei controlli e del come effettuare un atterraggio in totale sicurezza con la massima attenzione” ha spiegato il comandante D’agata, aggiungendo “Nel momento più critico non c’è spazio per pensare ad altro”. In cabina di pilotaggio in quei momenti un po’ di tensione, ma sicuramente niente paura e niente panico anche perché “la paura non può fare parte del nostro lavoro, serve tanta, tanta concentrazione” ha spiegato il pilota. “Del resto passiamo molte ore sui simulatori della compagnia e questo tipo di imprevisti fanno parte dell’addestramento” ha proseguito D’Agata , aggiungendo “non vedo l’ora di ricominciare a lavorare”.

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2 Ottobre 2013