Bruno risponde a Cappellacci sul piano paesaggistico
È davvero paradossale che si chieda l’autorizzazione al Mibac per consegnare a un consigliere i verbali e non si proceda però all’intesa col ministero prima di adottare atto di programmazione di così rilevante importanza come il Piano paesaggistico, che, al di là delle elucubrazioni del presidente, senza quell’intesa resta illegittimo e perfino inutile. Infatti la giunta, dopo la mia ultima richiesta di accesso agli atti, si era trincerata dietro l’autorizzazione del ministero per poter farmi avere copia dei verbali degli incontri tra Mibac e Regione. Da questi si evince che, da parte del ministero, non c’è stata alcuna intesa sullo strumento paesaggistico, se non parziali condivisoni su aspetti del tutto marginali.Quindi, dopo aver pomposamente annunciato che la revisione sarebbe avvenuta in piena sintonia col Mibac, il governatore scarica ora sul ministero le responsabilità della sua accelerazione, di una approvazione così rapida da non consentire, a distanza di quasi una settimana, di disporre neanche dell’intera documentazione pubblicata. Una accelerazione che non può trovare spiegazioni se non nella smania di far credere di aver pagato la cambiale con una parte dell’elettorato al quale il governatore si è rivolto cinque anni fa, con grandi promesse non mantenute. Alla fine, bene che vada, a questi ultimi si ripresenterà con l’ennesimo contenzioso con lo Stato aperto, con il caos urbanistico, con imprese e operatori bloccati.