Burgos: nuovo focolaio di peste suina africana
I sanitari, allertati dall’allevatore dopo la morte sospetta di due suini, hanno immediatamente effettuato i prelievi di organo destinati ai laboratori dell’Istituto Zooprofilattico di Sassari. Alla conferma da parte dell’IZS sono seguite tutte le procedure previste dalle norme, quindi la disinfezione dell’allevamento, l’indagine epidemiologica e la convocazione immediata dell’Unità di Crisi Locale per la PSA. All’incontro, che si è tenuto presso la sede del Servizio Veterinario della ASL alla presenza dei veterinari del territorio interessati alla nuova emergenza, dei responsabili di Distretto e del Settore Prevenzione e dell’Epidemiosorveglianza della ASL di Sassari nonché degli specialisti del laboratorio di Virologia dell’Istituto Zooprofilattico, si è fatto il punto sulla situazione epidemiologica.
Sono stati, quindi, definiti con il G.I.S. (Sistema informativo geografico) le zone di vincolo dei 3 km della zona di protezione e dei 10 km della zona di sorveglianza. Le aziende suine in vincolo sanitario sono 10 nella prima e 103 nella seconda. Gli allevatori interessati sono stati avvisati mediante “sms alert” sulle misure di blocco della movimentazione e controlli sanitari. Definite anche le azioni sanitarie da adottare nell’immediato con visita clinica nelle aziende della Zona di Protezione e controlli sanitari nella zona di sorveglianza. “Purtroppo ci risiamo – dicono dal Servizio Veterinario della ASL di Sassari. “E’ successo quanto era nelle previsioni, nonostante i controlli sanitari a tappeto e un immane lavoro di prelievo sierologico e di verifica dei requisiti di anagrafe e di biosicurezza in oltre 3000 allevamenti suini presenti nella nostra ASL, il virus colpisce ancora”.
Il Servizio Sanità Animale del Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Sanitaria Locale di Sassari rivolge ancora una volta un appello a tutti gli allevatori perché vengano rispettate le prescrizioni che vietano il pascolo brado dei suini domestici. “Il virus è ancora presente nei cinghiali – ricordano i veterinari – e se non si interrompe la promiscuità con questi l’epidemia non si ferma”. Nonostante, infatti, le ripetute attività di segnalazione e abbattimento di suini irregolari da parte del Corpo Forestale, dei Carabinieri e dei servizi Veterinari, continuano ad essere tenuti al pascolo brado diversi gruppi di animali che venendo a contatto con il cinghiale o cibandosi di carcasse di animali morti per l’infezione perpetuano la malattia.
“I suini devono essere assolutamente confinati all’interno delle strutture e dei recinti autorizzati e soprattutto non bisogna nutrirli con residui alimentari che potrebbero essere infetti” raccomandano dal Servizio Sanità Animale. Tutte le zone di vincolo sanitario presenti nella ASL di Sassari, a seguito di diversi focolai riscontrati nel domestico che interessavano oltre 1000 aziende suine, erano state da poco tempo revocate dopo i favorevoli controlli sanitari da parte dei veterinari. Forte preoccupazione tra gli addetti ai lavori per la diffusione di una nuova ondata epidemica dovuta a nuove movimentazioni illegali di suini provenienti dalle zone dell’interno della Sardegna dove il virus è endemico oppure a causa della somministrazione di derrate alimentari infette.