Caccia: gli ambientalisti sardi ricorrono al Tar
E’ in corso di deposito il ricorso davanti al T.A.R. Sardegna contro il calendario venatorio regionale sardo 2012-2013 da parte delle associazioni ecologiste Lega per l’Abolizione della Caccia (L.A.C.), WWF, Lega Italiana per la Protezione degli Uccelli (L.I.P.U.), Associazione Vittime della Caccia, patrocinate dall’avv.Massimo Rizzato del Foro di Vicenza. Diversi i punti di contestazione, riguardo cui si chiede l’annullamento parziale del calendario venatorio:
– l’utilizzo di munizioni al piombo per la caccia agli ungulati, in palese contrasto con la richiesta di eliminazione a causa della tossicità per l’uomo e per i rapaci necrofagi proveniente dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale;
– orario di caccia con cadenza quindicinale e non giornaliera, come richiesto dagli artt. 18, comma 7°, e 30 della legge n. 157/1992 e s.m.i. (legge quadro nazionale sulla caccia);
– chiusura della caccia al Tordo bottaccio e alla Cesena il 31 gennaio 2013, anziché entro il 10 gennaio 2013, come richiesto dall’I.S.P.R.A. nello specifico parere e dai principi e criteri di cui alla Guida I.S.PR.A., redatta ai sensi dell’art. 42 della legge Comunitaria 2009 quale indicazione di disposizioni minime nazionali per il mantenimento o il ripristino dello stato di conservazione favorevole delle specie selvatiche (art. 1 bis della legge 157/1992 e s.m.i.) e della tutela dei loro periodi biologicamente più importanti anche attraverso il divieto assoluto di caccia (art. 18, comma 1 bis, della legge 157/1992 e s.m.i.).
Avverso il calendario venatorio regionale sardo 2012-2013 è stato inoltrato anche uno specifico ricorso (27 luglio 2012) alla Commissione europea e alla Commissione per le petizioni del Parlamento europeo dalle associazioni ecologiste Amici della Terra, E.N.P.A., Gruppo d’Intervento Giuridico, Lega per l’Abolizione della Caccia, WWF per la perdurante assenza di alcuna valutazione di incidenza ambientale riguardo all’attività venatoria nelle aree classificate quali siti di importanza comunitaria (S.I.C.) e/o zone di protezione speciale (Z.P.S.) rispettivamente ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna, la flora e n. 09/147/CE sulla tutela dell’avifauna selvatica, come previsto dalla giurisprudenza comunitaria e nazionale. Vista la scarsa volontà della Regione autonoma della Sardegna di tutelare efficacemente il patrimonio faunistico isolano, saranno i Giudici amministrativi e leIstituzioni comunitarie a occuparsene.