Camila stuprata e uccisa a 11 anni, arrestato 40enne: abitanti vogliono linciarlo
La piccola rapita, violentata e uccisa: ritrovata cadavere nella vasca da bagno della casa dell’uomo. Assalto di decine di persone per linciarlo.
Rabbia e orrore in Argentina dopo la scoperta del cadavere della piccola Camila, una bambina di appena 11 anni scomparsa da casa e ritrovata cadavere dopo essere stata rapita, violentata e poi barbaramente uccisa. L’efferata violenza nella città di Junin, nella zona orientale del Paese sudamericano, dove la piccola viveva con la sua famiglia. Di lei si erano perse le tracce a mezzogiorno dello scorso sabato 24 febbraio quando sembrava sparita nel nulla dopo essere uscita di casa per andare la mercato. Erano partite subito le ricerche ma dopo alcune ore di speranza purtroppo la tragica scoperta del suo cadavere nella vasca da bagno di un’abitazione della zona dove la polizia ha fatto irruzione in seguito agli accertamenti investigativi.
Come riportano i media locali, sul suo corpicino il medico legale avrebbe ritrovato segni evidenti di tentativi di difesa dovuti al fatto che sarebbe stata vittima di abusi sessuali. Le prime perizie medico legali sul corpo della minore, hanno rivelato che la bimba è morta per soffocamento, probabilmente strangolata dopo lo stupro. Principale accusato è un 40enne custode della casa dove è stata ritrovata senza vita la bambina, subito arrestato e portato via dalla polizia. Le manette hanno evitato all’uomo una fine molto peggiore perché quando si è diffusa la notizia della scoperta del cadavere della bambina, un nutrito gruppo di abitanti del posto ha assaltato la casa, nonostante la presenza della polizia, tentando di linciarlo.
Dozzine di persone hanno circondato l’abitazione, lanciando anche pietre contro la polizia che lo portava via e si è dovuto ricorrere a cariche e gas lacrimogeni. L’improvvisa incursione però ha reso anche più difficile il lavoro degli esperti che stavano analizzando la scena del crimine che in alcuni punti è stata compromessa. Ad aggravare la posizione del 40enne , anche se incensurato, il fatto che in passato sia stato destinatario di un’accusa di tentativo di sequestro di un bambino di 10 anni che poi è decaduta ma anche le accuse dei vicini e i suoi movimenti su Facebook. “È apparso dal nulla, non lo conoscevamo, e per alcuni giorni ha chiamato le ragazze mentre lavorava nel parco” hanno dichiarato i vicini spiegando che lavorava come custode di una fattoria in zona. Dalle analisi di pc e cellulare inoltre gli inquirenti hanno scoperto che aveva diversi profili Facebook finti con i quali seguiva solo minorenni.
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