“Campi boe, essenziale ridefinire il progetto nel modo più equilibrato e funzionale possibile”
L'opinione di Mario Conoci, ex sindaco di Alghero

La questione dei campi boe ha origine con l’istituzione dell’Area Marina Protetta (AMP), creata per tutelare una delle nostre più preziose risorse naturali. Le amministrazioni che si sono succedute nella gestione dell’AMP hanno sempre seguito le direttive e le prescrizioni valide per tutte le aree marine protette in Italia. In particolare, la nascita della nostra AMP è stata preceduta da un confronto a livello locale per adattare le norme istitutive e gestionali alle tradizioni e agli usi del territorio, coinvolgendo settori chiave come la pesca, le attività economiche e il diporto. Questo processo ha portato alla definizione di un modello condiviso con il ministero competente. Anche in seguito, il metodo del confronto con i portatori di interesse locali è rimasto centrale: le regole di funzionamento dell’AMP sono sempre state oggetto di discussioni, talvolta accese, per garantire che non prevalessero su esigenze fondamentali della marineria e delle attività economiche e sociali legate al mare.
In questo contesto si inserisce l’istituzione dei campi boe, avviata in fase sperimentale nei primi anni 2000 e sviluppata fino a oggi. Tuttavia, per quanto riguarda la loro dislocazione, i metodi di ancoraggio e l’individuazione dei soggetti autorizzati all’uso, è fondamentale andare oltre la semplice proposta avanzata dall’AMP. Occorre definire regole condivise, che bilancino la tutela ambientale con il contesto socio-economico, essenziale per la nostra città e che non può essere compromesso da decisioni imposte dall’alto.
Ho parlato finora esclusivamente dell’Area Marina Protetta perché il tema dei campi boe deve rimanere circoscritto a questo ambito. Durante il mio mandato da sindaco, né io né l’assessore all’ambiente competente per i rapporti con il parco siamo mai stati coinvolti, né risulta che altri rappresentanti dell’amministrazione o della commissione consiliare competente abbiano discusso dell’installazione di campi boe al di fuori dell’AMP. Se ciò fosse stato proposto, avremmo espresso una ferma contrarietà, esattamente come lo siamo oggi. Resta per me non chiaro, e quindi spero venga chiarito, in quale contesto e con quali motivazioni, che spero non siano quelle di fare cassa, siano state individuate le aree al di fuori dell’AMP.
È fondamentale che gli organi di governo dell’AMP non oltrepassino i propri confini gestionali. Qualora si rendesse necessario un intervento oltre tali limiti, questo dovrebbe avvenire esclusivamente attraverso un confronto con l’amministrazione comunale e con tutti i portatori di interesse. Di conseguenza, la rimodulazione del progetto dei campi boe deve prevedere l’eliminazione di quelli situati al di fuori dell’AMP, con la loro ricollocazione all’interno del parco. Questo processo dovrebbe avvenire utilizzando sia il sistema di ancoraggio libero sia quello delle boe, individuando anche altri siti oggi poco frequentati, prevedendo inoltre una tariffazione differenziata.
Infine, è essenziale riaprire il dialogo con la Regione per il ripristino degli ormeggi destinati ai grandi yacht legati alla maggiore incidenza che questi hanno sulla posidonia, uno dei motivi principali che aveva portato alla creazione dei campi boe. Inoltre, si potrebbe valutare l’installazione di boe attrezzate per l’ormeggio, che oggi avviene anche sulle praterie di posidonia, delle navi da crociera nella rada di Alghero. Esistono già proposte concrete in questa direzione, come quelle avanzate dal Consorzio del Porto, che meritano di essere prese seriamente in considerazione per ridefinire il progetto nel modo più equilibrato e funzionale possibile.