«Caro Babbo Natale…», la lettera di un algherese in difficoltà
È arrivata in redazione la lettera di un algherese invalido al 100% e in gravi difficoltà. Pubblichiamo le sue parole, così come sono arrivate, sperando che il suo caso si possa presto risolvere.
È giunta in redazione la lettera di un algherese, Bruno Cossu, invalido al 100% e in gravi difficoltà. Pubblichiamo le sue parole, così come sono arrivate, sperando che il suo caso si possa presto risolvere.
Babbo Natale, mi chiamo Bruno Cossu e sono invalido al 100%: ho grossi problemi di deambulazione e, a detta dei medici, dovrei perdere l’uso degli arti superiori ed inferiori. Anche mia moglie ha problemi di salute. Sono quasi due anni che vivo al freddo e al gelo (parafrasando le note della canzone a te dedicata). Io, mia moglie e il nostro cane viviamo in un locale non certo salubre: non si può proprio dire che sia una casa. La notte, abbiamo una temperatura interna di 8 gradi centigradi e dobbiamo dormire avvolti da due piumoni e parzialmente vestiti. L’aria è razionata e ci viene fornita da due botole che rimangono 24 su 24 ore aperte per avere un ricambio d’aria. Le istituzioni locali (amministrazione, comune, servizi sociali) ci dicono di avere pazienza, facendo promesse. Io, nel frattempo, cerco inutilmente una casa con un giardino o un cortile per trascorrere gli anni che mi restano assieme a mia moglie. Almeno Gesù Bambino aveva l’alito del bue e dell’asinello che lo riscaldavano! Fai qualcosa per me Gesù Bambino visto che gli altri non ci pensano.
Bruno Cossu.