Che cos’è il PD oggi?
In queste settimane capita spesso di sentire i nostri iscritti ed elettori che si pongono i seguenti interrogativi: Che cos’è il PD oggi? Che cosa vuol fare? Talvolta questi interrogativi si concludono con un laconico, non si capisce più nulla. È indubbio che il Partito Democratico viva una fase molto complessa e delicata della sua vita. Ora, l’elezione a Segretario di Guglielmo Epifani rappresenta certamente un punto fermo per provare a ripartire.Bene ha fatto l’assemblea nazionale a fissare entro ottobre la celebrazione del congresso. Il dibattito congressuale che è già in corso dovrà avviare una vera e propria rifondazione che ne ridefinisca i valori, i referenti sociali, gli orientamenti politico-culturali e gli assetti organizzativi.
Il PD non può permettersi di non avere un blocco sociale di riferimento e questo non può che essere ancorato al mondo del lavoro nell’accezione più ampia. Certo, a partire dal mondo del lavoro dipendente, insieme a loro i disoccupati, i precari, i troppi giovani che non riescono a inserirsi nel mondo del lavoro e ancora, deve rappresentare i titolari di Partite Iva, gli artigiani, i piccoli imprenditori. Insomma quel ceto medio colpito duramente dalla crisi e senza il quale non si può ne vincere, ne rinnovare il Paese. Il dibattito congressuale dev’essere anche l’occasione per dare risposte alla rabbia e allo sconforto della nostra gente che chiede di essere ascoltata, di discutere e di essere protagonista e attore del cambiamento del gruppo dirigente e di una rigenerazione culturale, progettuale e programmatica del Partito Democratico.
È noto che non mi sono adoperato per la nascita di questo governo, perché convinto che da una alleanza col PDL non possa nascere nulla di buono per quell’insediamento sociale a cui ho fatto riferimento per rifondare il PD e ricostruire l’Italia. La manifestazione di Brescia ne è una testimonianza. Tuttavia, c’è un governo di necessità e bisogna sostenere Letta affinche’ riesca a rispondere alle emergenze sociali e istituzionali che, purtroppo non sono venute meno. Proprio queste emergenze chiedono perentoriamente un’ idea e un progetto di società che nasca dalla presa d’atto del fallimento delle politiche liberiste, dei tagli e dell’austerita’ che non hanno certamente prodotto equità e sviluppo, bensì maggiori ingiustizie, iniquità e hanno permesso a pochi di arricchirsi sulle spalle dei più deboli.
Questi solo alcuni, spero, dei temi che dovranno vederci protagonisti nel dibattito congressuale, con l’auspicio che tutti tocchino con mano la temperatura e il disagio che scuote il popolo del centro sinistra, che vuole un PD in cui possano riconoscersi per la loro storia, i loro ideali, pena l’indebolimento della passione politica e un lento e silenzioso allontanamento per altri lidi. Per evitare ciò, abbiamo bisogno di un confronto vero, aperto al contributo di chi vuol far parte della famiglia del centrosinistra per rilanciare il PD e farlo diventare un soggetto con spazi capaci di essere punto di riferimento per tante donne, uomini e sopratutto giovani che credono valga la pena di combattere per una società migliore.
L’importante sta nel respingere la paura, pure comprensibile in un momento come questo, per evitare di fare una discussione congressuale rituale e tutta chiusa in noi stessi. No! Non abbiamo bisogno di arroccarci, semmai il contrario! Per queste ragioni affrontiamo con questa apertura il prossimo congresso e sono certo daremo un PD al Paese che sara’ capace di tirarlo fuori dalle secche in cui l’ha confinato il centrodestra Berlusconiano. Possiamo farcela.