Chimica Verde o progetto partecipato?
L'opinione dei rappresentanti iRS sul progetto denominato “Chimica Verde”
Fino ad ora abbiamo avuto l’impressione che il progetto denominato “Chimica Verde” non sia nato come modello di sviluppo per il territorio ma, appare più, come un ricatto dell’Eni per non bonificare i territori che, negli anni, ha devastato. Il socio principale di Matrica è l’Eni che fino ad oggi ha creato distruzione e miseria. iRS ha sempre proposto, alle società proponenti, che il progetto di Chimica Verde venisse discusso con un confronto paritetico assieme ai cittadini. Non siamo pro o contro a prescindere, ma è mancato il confronto. Non si può essere d’accordo su una scelta calata dall’alto e presentata con dati dubbi, poco chiari e poco convincenti, da multinazionali che, perlomeno in questo territorio, hanno ampiamente perso credibilità e affidabilità.
Perché le società non hanno accettato il confronto? Cosa hanno da nascondere o da temere? Le attiviste e gli attivisti di iRS sono fermamente convinti che tutti i progetti che riguardano il nostro territorio debbano essere frutto di una discussione partecipata che nasca da un confronto creativo aperto e trasparente che coinvolga tutti, e dove tutti sono protagonisti. Dobbiamo porre fine allo scontro per partito preso ed iniziare a creare luoghi di incontro dove discutere insieme, soprattutto insieme alle persone che non la pensano come noi. Arroccarsi nelle proprie posizioni, il più delle volte preconcette, porta ad odiarsi senza conoscersi, senza conoscere il pensiero dell’altro che spesso è frutto di un’interpretazione forviata e forviante che porta a perdere di vista gli obiettivi, che il più delle volte risultano essere comuni.
Questo gioco dello scontro non è utile ai cittadini o meglio all’interesse collettivo. Fomentare lo scontro serve solo ai predoni di turno, avidi portatori di interessi privati alla ricerca di scudi che nascondano le loro nefandezze. Nella maggior parte dei casi, gli scudi sono (loro malgrado) gli operai in cassa integrazione, i padri di famiglia senza più speranze e tutte quelle persone che per tutta la vita hanno lavorato duramente. A queste persone nessuno chiede mai niente, nessuno le coinvolge mai realmente nella progettazione del proprio lavoro e di quello che potrebbe essere il futuro dei loro figli.
I nemici sono tutti quelli che, presumibilmente, non la pensano come i privati promotori di progetti preconfezionati, che vengono da loro additati come “contrari allo sviluppo”,“passatisti”, “retrogradi” etc… gli viene cucito addosso un pensiero carico di luoghi comuni e si fomenta lo scontro raccontando ai probabili lavoratori frasi come: “quelle persone non vogliono che tu lavori, vogliono boicottarci” etc… Si alimenta lo scontro e si evita l’incontro. Perché incontrandosi ci si conosce, ci si confronta fuori dal controllo di chi il confronto non lo vuole e gli interessi del privato vengono meno perché prevale l’interesse collettivo. I predoni in giacca e cravatta preferiscono un’altra prassi che è quella di presentare progetti già confezionati dove la formula è “questo è il progetto, se lavori qui hai lo stipendio”. Se poi quel progetto va a favore o a danno del territorio e della collettività non è importante.
Ovviamente le società proponenti non potranno mai dire che quello che propongono non è utile al territorio. Nella versione ufficiale conviene solo al territorio, nella versione reale (nella maggior parte dei casi) conviene solo a loro. iRS pensa che per sviluppare qualsiasi progetto che riguarda il nostro territorio, che è il nostro luogo di vita, sarebbe più utile e costruttivo oltre che corretto coinvolgere la popolazione, i lavoratori e il numero più ampio possibile di persone nell’elaborazione di un progetto comune che crei benessere e che sia utile a tutti e non a pochi.
Dove la filosofia di base non sia il principio egoistico dell’arricchimento di pochi, ignorando totalmente i propri vicini, ma sia quella di produrre per la collettività e di creare ricchezza e benessere dalla bellezza; E di bellezza in questo territorio ne abbiamo tanta. Il problema è che spesso è offuscata dagli interessi di pochi speculatori privati conniventi con qualche politicante che facendo leva sulla miseria da loro stessi creata, ci fanno perdere di vista gli obbiettivi comuni e l’interesse collettivo. Su questo ci batteremo con forza, assieme a tutta la coalizione di centro sinistra in corsa per le elezioni del Comune di Sassari, che pone come punto principale del suo programma la creazione di un’amministrazione partecipata dove i cittadini siano gli attori principali.