Cinghiali, troppi danni in borgata. In fumo anni di lavoro
Troppi danni ad opera dei cinghiali. La borgata riporta alla luce un problema gravissimo
Il Comitato interviene, ancora una volta, per dare voce alle legittime proteste degli abitanti di Maristella e delle borgate della Bonifica stanchi ed esasperati dalle continue devastazioni ad opera dei cinghiali. Le borgate della Bonifica e le zone appoderate, sebbene non facciano parte del perimetro del Parco di Porto Conte, sono di fatto circondate e confinanti con lo stesso, pertanto la numerosa fauna selvatica spinta da fame e sete si riversa quotidianamente in modo massiccio nelle borgate, nei poderi coltivati, nelle strade interpoderali e statali, causando numerosi incidenti, anche gravi (nelle nostre borgate sono rare le famiglie che con abbiano avuto incidenti con auto o moto), con danni rilevanti. Negli ultimi anni si è praticato l’abbattimento controllato degli ungulati, a cura dei cacciatori coadiutori formati dal Parco di Porto Conte e con la vigilanza della Guardia Forestale, tale iniziativa che si svolge in brevi periodi dell’anno, limita in parte e momentaneamente i disaggi, ma alle luce dei fatti non è sufficiente ad eliminare il disastro che la fauna selvatica opera a danno degli agricoltori e di chi si trova quotidianamente a transitare nelle strade della zona.
La segnaletica e i dissuasori posti nella SS 127 bis sono serviti soltanto a scaricare la responsabilità sugli automobilisti ma di fatto i cinghiali continuano ad essere causa di incidenti, attraversano la carreggiata a branchi, scavano anche il ciglio della strada, in sostanza sono continua fonte di pericolo. Dato che il cinghiale ha un tasso di riproduzione annuo che varia dal 120% al 200% (salvo raggiungere in alcuni casi favorevoli anche il 300%), in assenza di un prelievo venatorio continuativo e più drastico non si riesce a raggiungere obiettivi tali da eliminare i danni a produzioni, persone e cose. Il fenomeno a nostro avviso ha raggiunto rilevanza anche termini sanitari in quanto le corti economiche, le aie delle nostre case di abitazione sono ormai trasformate in porcilaie permanenti a cielo aperto, dove gli odori e i parassiti la fanno da padroni. Di fatto l’infelice scelta, di voler popolare con cinghiali di razza maremmana e daini il nostro territorio, operata, anni a dietro, da alcuni “lungimiranti” tecnici o esperti dell’ambiente, oggi ricade in tutta la sua drammaticità a completo carico degli operatori agricoli, degli abitanti delle borgate e dell’ambiente stesso nel momento in cui le specie di fauna tipica del luogo hanno avuto la peggio a vantaggio degli ungulati infatti sono quasi scomparsi lepri, conigli selvatici, quaglie, lumache e quant’altro tipico dei nostri luoghi.
Fatto di non secondaria importanza è che nelle zone appoderate, nelle corti coloniche e nelle coltivazioni in genere i danni riportati raramente vengono risarciti. Sino a pochi anni fa veniva risarcito il 10% dei danni stimati, attualmente la burocrazia ha fatto desistere il coltivatore dal presentare le richieste in quanto le spese spesso risultano di fatto superiori al risarcimento stesso. Quindi ai danni creati dalla fauna selvatica si aggiunge la beffa degli indennizzi irrisori. Auspichiamo che a breve la nuova Amministrazione Comunale chiamata a governare anche nell’ assemblea del Parco, intraprenda azioni urgenti ed idonee a salvaguardare le produzioni agricole e l’incolumità delle persone. “Siamo stanchi di sentire i media che costantemente, mettono in risalto le iniziative e i molteplici vantaggi che il Parco offre alle comunità e alle attività agricole confinanti(marchio del Parco ecc.). Lungi da noi il pensiero di mettere in dubbio le potenzialità positive che esso può offrire, ma per il momento nelle nostre zone dal Parco si sono ha avuto solo svantaggi e danni sempre più ingenti. E’ ora di dire basta alle teorie astratte mettiamoci per un attimo nei panni di chi coltiva, di chi dovrebbe produrre quel prodotto da etichettare con il marchio del Parco, e si ritrova con l’intero vigneto devastato, situazione che manda in fumo un intero anno di lavoro con gravi ripercussioni sul bilancio familiare. Chi di dovere ha l’obbligo di attivarsi prontamente per dare risposte e soluzioni certe e immediate.”