Commerciante si ribella: “Fuori lo Stato dal mio negozio”
Il simbolo del suo gesto è quel registratore di cassa portato direttamente fuori dal negozio. Il protagonista della protesta si è fatto una promessa: non batterà mai più uno scontrino e i soldi delle ricevute trattenuti dallo Stato andranno ai clienti sotto forma di sconto. L’uomo non è nuovo ad iniziative simili. Un anno fa si “crocefisse” in piazza, per difendere non solo la categoria dei commercianti, ma tutti i cittadini e i capifamiglia, che a stento, oggi, riescono a “portare il pane a casa”.
Il suo obiettivo è denunciare le difficoltà economiche, la pressione fiscale sempre più incombente e sopratutto “combattere lo Stato criminale”, come annuncia nel suo messaggio di sfogo:
“Non ho più nessuna intenzione di pagare le tasse a questo Stato. Da oggi chi entrerà nel mio negozio avrà lo sconto del 21%. Quel 21% che lo Stato abusivamente mi chiede. Sono stanco di essere vessato e ricattato da persone che dovrebbero tutelarci e che non lo fanno. Sono stanco di non sapere per che cosa e per chi ho pagato le mie tasse in tutti gli anni della mia attività. Voglio che lo Stato mi dica come ha speso finora i miei soldi. Sono stanco di Equitalia e di tutte le vergognose leggi fiscali, che sono dei veri crimini verso il popolo sovrano. Sono stanco di questo Stato che elargisce stipendi e pensioni d’oro a gente che non ha mai lavorato. Io devo, in primo luogo, proteggere, e dar da mangiare, ai miei figli e alla mia famiglia”
E continua:
“Non posso difendere il mio popolo, ma ho il dovere di difendere la mia famiglia, ho messo fuori il registratore di cassa. Non mi fermerò: mentre la nave Italia viene messa con la barra dritta dalla ciurma dei governanti, io ho i figli in acqua, e nessuno mi butta un salvagente, nessuno mi butta una scaletta di salvataggio”
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