Comune di Porto Conte, il Comitato fa sul serio
Prosegue l'iter per l'istituzione del nuovo Comune.
6 novembre 2015. Predisposto il Disegno di Legge. L’iter per l’istituzione del nuovo Comune di Porto Conte si sblocca a Cagliari dopo 7 mesi di attesa. Il Comitato promotore richiede al Consiglio Regionale di fare gli interessi della Sardegna e non di un singolo Comune che abbandona le proprie comunità rurali.
Dopo 7 mesi di attesa presso l’Ufficio Enti Locali a Cagliari, la pratica per l’istituzione del nuovo Comune di Porto Conte finalmente si sblocca e riprende l’iter stabilito dalla legge, entrando nella sua fase conclusiva. Come Comitato Rinascita della Bonifica, promotore dell’iniziativa, abbiamo lavorato in silenzio, sensibilizzando costantemente gli uffici regionali attraverso documenti e video che testimoniano l’abbandono del territorio e gli atti, purtroppo molto deboli, compiuti dall’amministrazione comunale sino a oggi per cercare di porre rimedio a decenni di incuria. A Cagliari eravamo in presenza di un blocco, a nostro avviso, tutto politico. In modo determinato, abbiamo cercato le soluzioni con perseveranza, poiché non può la politica essere sopra la legge. Ringraziamo sentitamente i funzionari della Regione per l’umanità e la comprensione che ci hanno dimostrato dopo aver visto in che stato è ridotta una parte così importante del territorio sardo.
Cosa accade ora: entro 120 giorni il Comune di Alghero deve esprimere il proprio motivato parere sul progetto. Trascorso inutilmente tale termine, il parere si ha per favorevole e l’iter proseguirà in Consiglio Regionale secondo tempistiche brevi stabilite dalla legge. (Legge Regionale 58 del 1986).
In questi anni – spiegano dal comitato – abbiamo ottenuto due risposte, totalmente contrastanti. Da una parte i cittadini dell’agro che si sono attivati, organizzandosi in forme associative varie allo scopo di far sentire la propria voce. Dall’altra, abbiamo assistito ad una politica locale indifferente e stizzita che, risvegliata per un momento come da un fastidioso prurito, dopo una superficiale “grattatina” si è infine rigirata sonnecchiante dall’altra parte.
Vorremmo ora parlare a cuore aperto ai nostri amici e concittadini di Alghero e della Sardegna tutta. Il nostro territorio ha atteso con grande speranza che il nuovo Sindaco, Mario Bruno, prendesse delle iniziative CONCRETE atte a colmare il gap infrastrutturale, di servizi e di progetto relativamente a uno degli agri più fortunati per posizione e caratteristiche ma tra i più maltrattati della nostra Regione. Abbiamo atteso interventi promessi che a volte non necessitavano neppure di investimenti economici. La forte provocazione del nuovo Comune di Porto Conte poteva e doveva risolversi a tavolino già da molto tempo ma, la risposta della politica locale, è stata sufficienza e, spesso, derisione.
Anziché cercare una mediazione ben accetta e desiderata dai cittadini per risolvere i problemi, la politica ha solo cercato di bloccare l’iter in Regione, seccata dai “borgatari” che hanno alzato la testa per rivendicare pari dignità rispetto al centro cittadino. Un distinguo deve essere comunque fatto per gran parte dei consiglieri comunali più giovani e quelli inesperti di tutti gli schieramenti politici, da parte dei quali abbiamo notato una solidarietà che avrebbe potuto e dovuto concretizzarsi in azioni importanti, ma che si è infranta di fronte ai diktat dei politici storici di professione, abituati a vedere l’agro come una vacca da mungere e non un luogo sul quale investire.
Il fatto che anche il Sindaco Bruno in questi 17 mesi di mandato non abbia prodotto risultati di sistema per l’agro (e, per ora, non ce ne sono in previsione) è un fatto incontrovertibile: è sufficiente aggirarsi per le borgate per non essere smentiti. Lo stesso Sindaco, dopo le promesse elettorali (come i suoi predecessori), ha smesso di parlare di agro ma anzi:
– A maggio ha fatto visita ad Alghero il Presidente Pigliaru e il Sindaco ha dato priorità di intervento solo a Surigheddu e Mammuntas, zone di valore ma oggi morte rispetto alla Bonifica di Alghero, abitata, con alto potenziale e molto più semplice da far ripartire.
– Il Sindaco è stato sollecitato più volte a entrare in possesso del patrimonio della Regione in agro, cioè strade, piazze, chiese, scuole e immobili vari, per poter sviluppare progettualità beneficiando dei fondi europei che arrivano a coprire anche fino al 100% dei costi: sappiamo che sono stati fatti incontri in Regione ma non è emerso nulla di concreto, nessun documento ufficiale; nemmeno durante il suo ultimo incontro di poche settimane fa. Solo intenzioni, le stesse, inconcludenti, dei Sindaci precedenti.
– Il Sindaco non ha onorato la promessa di realizzare un consiglio comunale all’anno nelle borgate, seppur sollecitato dai comitati. In sostanza, in assenza di risultati, pare che cerchi di evitare il confronto con i cittadini, che gli viene richiesto da mesi.
– E’ stato chiesto al Sindaco prima dell’estate l’intervento nei confronti del Prefetto per ottenere una risposta urgente sulla questione fauna selvatica in eccesso ma l’urlo di dolore degli agricoltori è rimasto inascoltato e i danni alle coltivazioni aumentati.
– La tassa di soggiorno? Anche quella, come gli introiti delle Grotte di Nettuno, finirà completamente nelle casse della città senza tornare indietro, se non qualche avanzo per poter chetare gli animi. I primi riscontri in tal senso sono già arrivati.
– Tramite le importanti conoscenze millantate dal Sindaco a Cagliari, doveva essere approvato rapidamente il Piano di Conservazione e Valorizzazione della Bonifica di Alghero, una bozza del quale è nelle mani del primo cittadino da aprile. Nulla di fatto e scaricabarile di responsabilità alla Regione.
– E’ un’impresa svolgere anche le assemblee del Parco di Porto Conte: i consiglieri comunali e il Sindaco faticano a spostarsi fino a Casa Gioiosa, troppo lontana. Lontano dagli occhi e lontano dal cuore, si dice, e così è.
Tra marea gialla, nettezza urbana, ospedali e altre emergenze, siamo stati dimenticati, come sempre. Abbiamo chiese che cadono a pezzi, borgate senza impianti sportivi, impossibilità per le aziende agricole di modernizzarsi, gravi problemi di segnale di telefonia, strade devastate, assenza di raccolta differenziata dei rifiuti, potenzialità agrituristiche enormi non sviluppate in una zona che contribuisce pesantemente all’immagine e alle casse comunali attraverso l’agricoltura, le spiagge, le Grotte di Nettuno e il Parco di Porto Conte. Un territorio disprezzato, che dovrebbe invece essere accudito e divenire il fiore all’occhiello della Sardegna nord occidentale, il motore dell’economia locale. Ma davvero non c’è rimedio a questa situazione divenuta oramai imbarazzante?
Oggi, la politica regionale è a un bivio. Proseguire nel consentire alla politica di Alghero l’ingiustificato abbandono delle comunità rurali presenti in agro e di una parte preziosa del proprio territorio oppure decidere di prendere una decisione definitiva, peraltro già accordata a diverse zone nella nostra Regione, letteralmente rinate da quando sono divenute Comuni autonomi.
Richiediamo per questo all’Assessore Regionale agli Enti Locali di perseguire con determinazione gli interessi della Sardegna e non quelli particolari di un singolo Comune la cui classe politica, da sempre, discrimina palesemente le sue comunità più distanti. La rinascita del nostro agro porterà indubbiamente importanti benefici anche alla città, sia dal punto di vista occupazionale che sociale. I più ignoranti in materia possono stare tranquilli: non stiamo parlando di edificazione selvaggia, per fortuna ben circoscritta dalle direttive regionali per le zone agricole, ma di progettualità, servizi e riqualificazione infrastrutturale.
Invitiamo tutti i consiglieri regionali ad attivarsi affinché nasca il nuovo piccolo Comune virtuoso di Porto Conte, l’ultimo nuovo Comune d’Italia, ampiamente giustificato dall’unicità del territorio coinvolto: a decine di chilometri da Alghero, con caratteristiche e potenzialità enormi, già autonomo dalla nascita, scippato ogni anno di milioni di Euro dalla politica algherese che non reinveste in agro quanto esatto, lasciando al totale abbandono le borgate.
Nel frattempo, imprenditori stranieri acquistano porzioni importanti del nostro territorio, svendute a poco prezzo. L’abbandono da parte del Comune di Alghero e l’assenza di prospettive e di un progetto per Porto Conte allontanano i giovani dall’agricoltura, spopolano le campagne e avviliscono comunità intere. Cosa farà ora il Sindaco? Ignorerà gli abitanti delle borgate come ha fatto fino ad ora? Correrà a Cagliari per tentare di bloccare l’iter dimostrando per l’ennesima volta la distanza tra la politica e i cittadini? Oppure, più saggiamente, cercherà il dialogo con le comunità rurali proponendo azioni concrete, di sistema, iniziando a destinare fondi provenienti dall’agro per la rinascita dell’agro stesso?
La storia dell’imbarazzante degrado:
– 1951 nasce l’ETFAS, Ente per la Trasformazione Agraria e Fondiaria in Sardegna. In seguito alle bonifiche, nascono le borgate agricole di Alghero.
– Fino agli anni 80: anni di prosperità: borgate vive, strutture sociali attive, agricoltura in fermento.
– Anni 80:le strutture regionali invecchiano, il Comune di Alghero non investe concentrando i propri sforzi in città. Inizia per l’agro un lungo, lento e inesorabile declino.
– 2008: tutti i Comuni della Sardegna interessati e, dal 2008, anche Alghero, hanno la possibilità di vedersi regalati gli immobili regionali insistenti sul territorio comunale. Inizia la corsa alle acquisizioni gratuite. Alghero, unico caso in Sardegna, non si interessa e lascia gli immobili alla Regione: chiese, scuole, piazze, strade ecc. in agro sono a tutt’oggi di proprietà regionale.
– 2007 – 2013: Arriva il PSR (Piano di Sviluppo Rurale) che prevede fondi europei pari ad oltre un miliardo di Euro per investimenti nelle zone agricole della Sardegna che arrivano a coprire il 100% delle spese. Tutti i Comuni che hanno accettato gli immobili in regalo dalla Regione, ne approfittano. Il Comune di Alghero no e perde milioni di euro per la manutenzione della viabilità rurale e la riqualificazione delle borgate.
– 2011: a fronte dell’abbandono imbarazzante della politica di Alghero verso le comunità dell’agro, nasce il progetto del nuovo Comune di Porto Conte
– Estate 2013: vengono raccolte le firme dei cittadini per l’istituzione del nuovo Comune di Porto Conte: si raggiungono quasi il doppio delle firme necessarie. Un successo straordinario, epocale.
– Giugno 2014: eletto il nuovo Sindaco di Alghero: è Mario Bruno. Grandi promesse in campagna elettorale per il rilancio dell’agro.
– Dicembre 2014 – gennaio 2015: si riuniscono le prime due sedute della Commissione Paritetica che deve definire i confini del nuovo Comune di Porto Conte. I delegati comunali ascoltano le problematiche dell’agro ma non si passa a fatti concreti per risolvere le criticità.
– Febbraio 2015: al termine della terza e ultima seduta della Commissione Paritetica, si evidenzia il nulla di fatto. I rappresentanti del Comune di Alghero non presentano una proposta alternativa di confini del nuovo Comune poiché non prendono in considerazione l’idea di una divisione da Alghero.
– Febbraio 2015 – Ottobre 2015. La pratica per l’istituzione del nuovo Comune, istruita a Oristano, si blocca a Cagliari. Il Comitato promotore non demorde e mette in atto innumerevoli iniziative allo scopo di sensibilizzare la Regione sulla necessità di un’azione decisa a favore dell’agro di Alghero. Nel frattempo le promesse elettorali del Sindaco non si concretizzano.
– Ottobre 2015: gli uffici di Cagliari finalmente istruiscono la pratica e delimitano i confini del nuovo Comune.
– 2011 – 2015: il Comitato promotore attende dalla politica di Alghero segnali concreti che dimostrino un cambio di mentalità, la reale volontà di non discriminare più le comunità dell’agro. Il Comitato è da sempre disponibile a un incontro per pacificare la questione e lo è tutt’ora.
– 2015: nuova beffa per l’agro. Istituita la tassa di soggiorno nel Comune di Alghero. Oltre 300mila Euro arrivano dai territori oltre Fertilia ma non saranno reinvestiti nelle zone di esazione nelle modalità richieste dalle comunità rurali. Come per gli introiti delle Grotte di Nettuno, saranno reinvestiti in agro solo per una percentuale insignificante.
– Novembre 2015: il Comune di Alghero riceve comunicazione ufficiale dalla Regione: ha 120 giorni di tempo per dare il suo parere non vincolante ai nuovi confini del nuovo Comune di Porto Conte. La decisione spetterà poi al Consiglio Regionale.
– 2014 – 2020: arriva il nuovo PSR. Un miliardo e 300 milioni di euro per lo sviluppo dei territori rurali. L’agro di Alghero ancora in gran parte escluso: anche questa amministrazione tentenna sull’acquisizione a 1 euro degli immobili regionali presenti nella Bonifica storica di Alghero. Il Sindaco promette il PUC che permetterebbe anche agli imprenditori agricoli di approfittare degli incentivi europei ma i tempi si allungano di anni.
– 2015 – 2016?: in discussione a Cagliari la nuova legge sul riordino degli enti locali.
– 2016: auspichiamo in una risposta CONCRETA da parte della politica di Alghero alle richieste provenienti dall’agro. In alternativa speriamo di poter approfittare del PSR
2014 – 2020 come Comune Autonomo di Porto Conte liberando il territorio e la Sardegna tutta da una condizione di degrado ingiustificabili.