Coronavirus, Tedde: “Tutti i nodi vengono al pettine”

"Se a Maggio dello scorso anno  il Governo avesse consentito a Solinas di chiedere ai turisti arrivati in Sardegna di fare il test sierologico, così come accade a quelli che sbarcano in Corsica, oggi la Sardegna sarebbe zona bianca" - dichiara l'ex sindaco di Alghero

“Tutti i nodi vengono al pettine: se a Maggio dello scorso anno  il Governo avesse consentito a Solinas di chiedere ai turisti arrivati in Sardegna di fare il test sierologico, così come accade a quelli che sbarcano in Corsica, oggi la Sardegna sarebbe zona bianca, e tutte le attività economiche sarebbero state aperte, con gli unici obblighi relativi all’uso della mascherina e del distanziamento sociale.”  Così l’ex sindaco di Alghero commenta le nuove norme entrate in vigore per frenare il Coronavirus.

Tedde ricorda che a maggio, in piena crisi pandemica, il Presidente della Regione Sardegna Solinas su indicazione del Comitato tecnico scientifico  propose al Governo un provvedimento  che prevedeva test sierologici per i turisti che sbarcavano in Sardegna. In mancanza del certificato i passeggeri avrebbero dovuto sottoporsi ad un test entro 24 ore dall’arrivo, con costi ristorati dalla Regione. La stessa misura adottata a dicembre dello scorso anno in Corsica. A seguito di  questa richiesta di buon senso tesa ad adottare filtri che potessero contemperare la tutela della salute con la libertà di movimento, il Governo e i soliti polemisti “un tanto al chilo” aggredirono Solinas ammazzando in culla e senza raziocinio la proposta. Definendo l’ipotesi ingestibile, ipocrita e senza senso.

“E’ evidente che il Governo Conte ha provocato un danno enorme all’economia della nostra isola e al diritto alla salute dei sardi –denuncia Tedde-. Se è vero che a maggio dello scorso anno la Sardegna aveva l’indice di contagio dello 0,24, il migliore d’Italia,   e a novembre raggiunse lo 0.84, ancora migliore d’Italia ma con evidenti sintomi di crescita, è altrettanto vero che mettendo in campo le misure precauzionali proposte da Solinas a maggio oggi la Sardegna sarebbe verosimilmente in zona bianca, con la possibilità di tenere aperte le attività commerciali con l’unico limite della mascherina e del distanziamento -evidenzia Tedde-.”

L’esponente politico ricorda che in Sardegna la scorsa estate i contagi vennero provocati da turisti che arrivavano da zone a rischio. “Fino al 5 marzo  la Sardegna rimarrà purtroppo in zona gialla, con conseguente chiusure di attività economiche e di cinema e teatri –commenta l’ex sindaco della cittadina catalana-. Con pesanti restrizioni per bar, ristoranti, pub, pasticcerie, gelaterie, tavole calde, enoteche, birrerie e servizi di ristoro in generale –precisa Tedde-.” Diverso sarebbe stato con l’isola in zona bianca, con rischio epidemiologico basso, con utilizzo di mascherine e distanziamento ma con la possibilità di apertura per bar, ristoranti e luoghi di ristoro anche la sera. Con apertura di palestre e piscine. E con riapertura delle scuole e ripresa della didattica in presenza. “Ora giocoforza dobbiamo chiederci chi pagherà questi danni provocati all’economia della Sardegna e alla salute dei sardi –chiude Tedde-.”

16 Gennaio 2021