Cosa sono e come funzionano le Comunità Energetiche
Una comunità energetica è un gruppo di persone o organizzazioni che producono, distribuiscono e consumano l’energia in modo collaborativo. Si tratta di una rete di partecipanti che utilizza l’energia rinnovabile proveniente da fonti locali, come l’eolico, il solare o l’idroelettrico, così da ridurre la dipendenza dalle fonti fossili come petrolio, carbone e gas.
La creazione di una comunità energetica offre ai membri numerosi vantaggi: economie di scala nella produzione di energia, maggiore sicurezza energetica, prezzi più bassi per l’energia, sostenibilità ambientale e riduzione delle emissioni inquinanti. Inoltre, la loro realizzazione può anche contribuire a stimolare la produzione locale e supportare progetti sociali e culturali.
Come si forma una comunità energetica
Per formare una comunità energetica, è necessario un processo collaborativo tra partecipanti diversi. Si inizia con la definizione dell’obiettivo, cioè la produzione di energia rinnovabile. Di seguito, il gruppo seleziona un sito adatto e poi pianifica come sviluppare l’energia in modo efficiente e sostenibile, definendo anche la tipologia di fonte rinnovabile da sfruttare, in particolare il fotovoltaico e l’eolico, con la possibilità di contemplarle entrambe.
Successivamente si individuano e stabiliscono le responsabilità e i ruoli di ogni partecipante nella gestione del progetto. Infine, si raccolgono le risorse necessarie per realizzare l’obiettivo.
L’applicazione della tecnologia moderna può aiutare a monitorare l’efficienza della produzione energetica e assicurarsi che il progetto rispetti i criteri ambientali previsti. Una volta completata la formazione e il successivo funzionamento, il gruppo può beneficiare dei contributi finanziari derivanti dalla vendita di energia prodotta.
I vantaggi delle comunità energetiche
I vantaggi di creare una comunità energetica sono innumerevoli, anche in ottica futura, vista la crescita esponenziale delle materie prime di origine fossile, come il gas e il petrolio. In particolare i principali benefici sono:
- Distribuire energia in modo decentralizzato: la creazione di reti di distribuzione dell’energia locali consentono di trasportare l’energia generata dalle fonti rinnovabili direttamente alle abitazioni e alle attività locali, evitando la dipendenza dalle grandi compagnie energetiche.
- Ridurre i costi energetici: questi progetti possono aiutare i membri a risparmiare denaro sui costi energetici condividendo le fonti di energia rinnovabile e riducendo la dipendenza dalle fonti di energia tradizionali, non dovendo affrontare i costi di gestione collegati alla rete nazionale.
- Promuovere l’educazione e la consapevolezza ambientale: possono promuovere l’educazione sull’energia sostenibile e incoraggiare i membri a diventare più consapevoli del loro consumo energetico e dei modi per ridurlo.
In generale, le comunità energetiche rappresentano una modalità innovativa per generare energia pulita e sostenibile, allo stesso tempo che promuovono uno sviluppo economico e sociale equilibrato e sostenibile.
Cosa prevede la normativa italiana sulle comunità energetiche
La normativa italiana sulle comunità energetiche è stata introdotta dal Decreto Ministeriale n. 28/2020. Prevede la creazione di comunità energivore, un modello di produzione e consumo di energia basato sull’efficienza energetica, la riduzione dei consumi e la produzione di energia da fonti rinnovabili. La normativa stabilisce che le comunità devono essere costituite da almeno cinque utenze, e che devono essere in grado di produrre energia da fonti rinnovabili come l’energia solare o eolica.
Le comunità possono anche scambiare l’energia prodotta con altri utenti del sistema, in modo da ridurre i costi di produzione e di consumo. Inoltre, le comunità sono tenute a rispettare determinati standard qualitativi per quanto riguarda i sistemi di produzione e consumo dell’energia, assicurando così una migliore efficienza energetica. La normativa stabilisce anche che la presenza di un meccanismo di monitoraggio dell’efficienza energetica, e devono fornire informazioni dettagliate in merito alla produzione energetica e ai consumi. Infine, devono anche promuovere l’educazione ambientale tra i propri cittadini.
Le comunità energetiche in Italia
Nel nostro Paese attualmente sono attive e operative 35 comunità energetiche, mentre 41 sono in progetto e 24 in fase di costituzione. Sebbene una crescita numerica, la presenza sul territorio di questi progetti è ancora molto limitata e, in generale, il cittadino sembra non conoscere e comprendere pienamente i benefici di questa modalità di approvvigionamento energetico “collettivo”.
Secondo il rapporto presentato da Fondazione Symbola, da Ipsos e da Gruppo Tea, infatti, solo i 13% della popolazione è informato sull’argomento, il 32% per quanto riguarda le imprese. Nel documento, discusso lo scorso dicembre, emerge che coloro che sono propensi a partecipare a una comunità energetica indicano come principali vantaggi il risparmio in bolletta e la sicurezza energetica, con il 65% del campione convinto che attraverso questa modalità si possa superare a meglio la crisi che stiamo vivendo in questi mesi, con il 70% delle imprese che convergono in questa direzione.
Tra le maggiori difficoltà rilevate per creare un Comunità energetiche troviamo la scarsa informazione per quanto concerne le modalità e i tempi di realizzazione, la mancata definizione del livello dell’investimento richiesto e il complesso iter burocratico, senza contare e criticità collegate al cambio di mentalità.