CRA: una sventura può diventare opportunità

L'opinione della Dott.ssa Paola Correddu

La sventura che, nel mese di luglio, ha visto  protagonisti, loro malgrado, gli ospiti della Casa Residenziale di viale Della Resistenza,   è  motivazione valida per  spingere  questa Amministrazione fuori dall’emergenza,  verso una vera  pianificazione dei servizi dedicati agli anziani.    Un atto risarcitorio  dovuto per  compensare i tanti disagi patiti da questa componente fragile della comunità,  che merita  massima  attenzione da parte delle Istituzioni.

Va ripensato come dovrà essere la struttura, adeguata a più moderne caratteristiche funzionali, tipologiche, spaziali, morfologiche, sociali.   Va  valutato se vi siano alternative valide di ubicazione, che garantiscano altrettanta integrazione  con il  tessuto urbano,  evitandone l’isolamento, la ghettizzazione, la difficile accessibilità da parte dei familiari e l’allontanamento dall’ambito relazionale di appartenenza.    Va riconsiderato  il tipo di utenza  a cui rivolgersi in futuro,  solo  autosufficienti o anche a chi non lo è più, solo residenti ad Alghero o anche residenti nel circondario.  Bisogna decidere se limitarsi ad offrire solo servizi socio assistenziali o  allargare l’offerta anche a servizi  di tipo sanitario.

Visto che stiamo parlando di soldi pubblici, quelli promessi dalla Regione, e di luoghi pubblici, come è l’area del Colle di Calabona in cui insiste l’attuale edificio, bisogna  evitare  decisioni  “a sentimento”,  a favore di una scelta  supportata da dati certi, che costituiscano presupposto oggettivo su cui avviare  la discussione ed il confronto in Consiglio Comunale, chiamato a decidere su questa delicata questione.

Solo una perizia tecnica,  può dunque dirci se la struttura che, fin dagli anni Sessanta ha ospitato i nostri anziani, può essere ristrutturata e recuperata alla sua destinazione d’uso, parzialmente o totalmente, o se va demolita e ricostruita ex novo. Solo una perizia tecnica, e magari sociologica, può fare un’accurata analisi costi/benefici, tra ristrutturare e ricostruire, in quel sito o altrove, tenendo presente in questa valutazione non solo parametri economici ma anche quelli relativi al benessere sociale.

Altrimenti il rischio è che un luogo di pregio, come quello dove  attualmente sorge la casa per gli anziani,  diventi un “non luogo”, alla mercè della solita speculazione edilizia attraverso  un’accorta operazione di svalutazione, di alienazione a basso costo  al privato con cambio di destinazione d’uso e riacquisto  miracoloso di valore.

Se questa è un’occasione da non perdere  per migliorare gli standard qualitativi dello stabile che in futuro ospiterà i nostri anziani,  lo è ancor di più  per  ripensare alla gestione della struttura stessa che può  essere riconvertita  in centro polifunzionale erogatore di servizi di varia complessità,  di grande utilità per una comunità  i cui bisogni sono profondamente cambiati nel tempo.

I progressi in campo medico, infatti,  hanno comportato un aumento della vita media,  modificando la composizione della popolazione con una crescita della popolazione anziana.  Il cambiamento nell’assetto demografico ha comportato a sua volta  un incremento di incidenza di patologie croniche, spesso aggravate dalla solitudine,  patologie che necessitano di risposte  di tipo sanitario, socio sanitario, socio assistenziale, che spesso il territorio non è in grado di offrire, con conseguente sovraccarico dell’attività del 118, del P.S. e con ospedalizzazioni improprie.

Risposte di questo genere si potrebbero trovare nella nuova casa per gli anziani che preveda, nella sua riorganizzazione,  oltre  alla casa di riposo di vecchia concezione,  con valenza  prevalentemente  sociale, destinata ad anziani autosufficienti , anche locali adibiti a  RSA,  residenza sanitaria assistita deputata ad erogare cure mediche e una articolata assistenza sanitaria a persone non autosufficienti , realizzando quel processo di integrazione fra livello sanitario e livello sociale, tra ospedale di riferimento e casa di riposo che può garantire cure sanitarie e servizi sociali come adeguata risposta alle più varie esigenze della collettività.

Potremmo allargare ulteriormente lo spettro di assistenza con locali adibiti anche a RSSA, residenza socio sanitaria per anziani con deficit psico- fisici o deterioramento cognitivo, che necessitano di interventi di tipo assistenziale e socio assistenziali mirati, con un elevato grado di vigilanza, prevedendo oltre al quello residenziale , un servizio socio sanitario a ciclo diurno per le persone affette M. di Alzheimer che vivono in famiglia.

Una struttura  così organizzata non solo costituirebbe  un vantaggio in termini sociali, ma anche in termini lavorativi ed economici,  vantaggio economico che potrebbe  essere  ulteriormente incrementato  dal destinare una parte della struttura  alle cosiddette “vacanze protette”, per ospiti anziani più o meno autosufficienti, provenienti da altre parti dell’isola o da altre regioni d’Italia, a cui verrebbe offerta una valida soluzione capace di coniugare un servizio alberghiero impeccabile con una assistenza qualificata e personalizzata,  che renda piacevole la permanenza per  l’ospite e dia serenità ai  familiari, che altrimenti avrebbero dovuto rinunciare alle vacanze.

Questa deve essere la nuova casa degli anziani, con molti più posti rispetto a quelli previsti attualmente, aperta al territorio e non solo ai residenti in Alghero, in grado di offrire risposte appropriate e diversificate per ogni tipo di esigenza, in grado di apportare vantaggi di tipo sociale, lavorativo, economico. Nessuna sottovalutazione è consentita in una scelta così delicata.

Dott.ssa Paola Correddu

2 Ottobre 2018