D.P.C.M. e Costituzione

L'opinione di Vittorio Guillot

Ho sentito qualcuno affermare decisamente: “Non mi importa niente se Conte, o qualcun altro, ci toglie la libertà! Mi interessa solo che ci liberi da questa pandemia che ci uccide e ci affama!” Capisco quella preoccupazione e quella angoscia. Capisco pure la necessità li porre dei limiti alla nostra libertà per uscire da situazioni drammatiche. Non sono neanche un fanatico adoratore della nostra Costituzione, nel senso che non mi interessa se essa è la ‘ più bella del mondo ’ o, addirittura, perfetta e, quindi, eterna ed immodificabile. Personalmente, anzi, rispettando quanto essa stessa prevede, la cambierei profondamente per rendere stabili i governi, per dar voce al Pese Reale, espresso dalle Categorie Sociali, per eliminare la odiosa partitocrazia e le connessioni tra magistratura e politica. Penso, però, che la Costituzione contenga gli elementi che consentono solo ai parlamentari, che rappresentano il ‘popolo sovrano’, di limitare l’esercizio delle libertà personali per un superiore interesse collettivo. Credo che la difesa della salute pubblica costituisca uno di questi fondamentali interessi. Trovo, perciò, insopportabile che quelle libertà siano limitate da chi non ne ha la legittima facoltà.   Da qui nasce la mia contrarietà ai vari D.P.C.M. emanati dal Presidente del Consiglio.

Non dico niente sul fatto che le restrizioni imposte agli italiani abbiano, o non abbiano, arrecato dei benefici alla lotta contro la pandemia. Lascio ai posteri ed agli scienziati ‘l’ardua sentenza’ ed aggiungo che personalmente mi attengo alle misure igienico-sanitarie non tanto perché imposte con discutibili D.P.C.M. ma perché sono raccomandate da illustri medici. Metto solo in evidenza che l’illustre giurista Sabino Cassese sostiene, con un ragionamento che mi convince, che il Presidente del Consiglio ha agito Formalmente contro la Suprema Legge dello Stato. Ovvio che, mai come in questo caso, la Forma è Sostanza.  Infatti la Costituzione, precisamente all’art. 16, stabilisce: “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la LEGGE stabilisce in via generale per motivi di sanità` o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche. Ogni cittadino è libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi, salvo gli obblighi di legge “

Cari amici, e non amici, potete leggere che è scritto a chiare lettere, ‘Salvo limitazioni che la LEGGE stabilisce in via generale per motivi di sanità o sicurezza’. Il DPCM, alias Decreto del Presidente del Consiglio Dei Ministri, però, è un PROVVEDIMENTO AMMINISTRATIVO, NON una legge!!!! Le leggi, infatti, le fa SOLO il Parlamento. E’ sempre il Parlamento che, quando lo ritiene opportuno o necessario, e per materie espressamente indicate, autorizza il Governo ad emanare i Decreti Legislativi, che hanno forza di legge. Al massimo il governo può emanare, in via provvisoria e per casi d’urgenza, un Decreto Legge, che entro i tempi previsti dalla stessa Costituzione deve, comunque, essere sottoposto al VOTO del PARLAMENTO per essere convertito in LEGGE. Questa procedura di conversione NON è prevista per i DPCM, così come non vi è alcuna delega del Parlamento, proprio perché sono PROVVEDIMENTI AMMINISTRATIVI. Con essi, di conseguenza, NON possono essere adottate misure riservate esclusivamente alla LEGGE. Non può che essere così, dato che al vertice della FUNZIONE LEGISLATIVA, sta il Parlamento. Il GOVERNO, invece, sta al vertice della FUNZIONE AMMINISTRATIVA. Non peraltro viene anche chiamato ESECUTIVO. Certo, alla radice dei vari D.P.C.M, c’è il Decreto Legge del 23 febbraio 2020. Però con esso non vengono indicati circostanziatamente i casi, le condizioni e le misure precise con cui si limita la libertà dei cittadini. Vengono formulati solo dei generici esempi. Non sono neanche dettagliatamente disciplinati i poteri conferiti al governo e, in particolare, al primo ministro. Non viene neppure definito il limite temporale, magari rinnovabile, entro cui detti poteri possono essere esercitati. In poche parole, quel D.L., data la sua genericità, non stabilisce né autorizza quelle ‘limitazioni’ chiaramente previste dalla Costituzione. Perciò le limitazioni alle libertà personali imposte con i D.P.C.M. sono arbitrarie.

Mi meraviglia che nessun Organo adibito a tutelare la Costituzione abbia protestato contro questo andazzo. Ho letto, invece, che un deputato di F.d.I . ha denunciato il Presidente del Consiglio per essersi servito degli agenti della scorta per proteggere la sua compagna. A me sembra una iniziativa banale, a prescindere dalla eventualità che il fatto sia stato, o non sia stato, commesso e che costituisca, o non costituisca, un reato. Mi sembra una di quelle iniziative che servono solo a fare un certo rumore in modo che l’opinione pubblica si accorga dell’esistenza di quel deputato. I grillini, evidentemente, hanno fatto scuola e sono stati superati da certi discepoli. L’iniziativa, in altri termini, mi pare assolutamente banale rispetto alle ben più gravi violazioni segnalate dal prof. Cassese. Mi chiedo, allora, dato che la questione della incostituzionalità è stata più volte strillata anche dai dirigenti di F.d.I., perché quel loro deputato si accanisce contro Conte per una faccenda molto discutibile e certamente marginale ma non ha preso iniziative per incriminare Conte per la ben più grave e recidiva violazione della Costituzione? Vi sembra questo un modo serio e coerente di agire? 

Vittorio Guillot, 17 Dicembre 2020