Da Stintino un appello per salvare il patrimonio archeologico della Siria
Parte da Stintino l’appello alla comunità scientifica e alle istituzioni internazionali per la salvaguardia del patrimonio archeologico, storico e culturale della Siria. A lanciare l’allarme sul rischio concreto della distruzione delle bellezze archeologiche del Paese del Medio Oriente è Anna Paolini, ambasciatrice dell’Unesco ad Amman, in Giordania. La rappresentante dell’organizzazione per l’educazione, la scienza e la cultura delle Nazioni Unite è in questi giorni a Stintino per partecipare al convegno internazionale “Archeologia, bioarcheologia e beni culturali: rapporto tra ricerca e sviluppo del territorio”.
Il workshop si ė concluso sabato sera, nella sala consiliare del Comune costiero, con le due tavole rotonde dedicate a Petra quale modello di archeologia e turismo quindi alla “archeologia, beni culturali e territorio” che hanno messo a confronto sindaci e istituzioni. È proprio nell’ambito della prima tavola rotonda che l’ambasciatrice dell’Unesco, dopo la sua relazione incentrata sugli interventi di recupero del patrimonio giordano realizzati dall’organizzazione da lei rappresentata, ha lanciato un appello accorato alla platea degli studiosi e scienziati presenti in sala.
«È importante che dal mondo archeologico e della scienza – ha detto Anna Paolini – venga la solidarietà ai colleghi archeologi siriani che, in questo momento, stanno facendo del loro meglio per cercare di informare sui problemi che si stanno vivendo in quei luoghi. Dove stanno sparendo, o per scavi illeciti o a causa dei bombardamenti, beni di inestimabile valore. Se questo convegno, attraverso studiosi e scienziati italiani e stranieri, sostenesse questo appello verso l’intera comunità internazionale, sarebbe importante; perché il patrimonio archeologico, culturale della Siria è un patrimonio che appartiene all’umanità intera e merita di essere salvaguardato», ha concluso Anna Paolini.
La comunità di studiosi presenti in sala e il primo cittadino di Stintino, Antonio Diana che ha organizzato il meeting in collaborazione con il Centro studi sulla civiltà del mare, hanno subito risposto all’istanza della rappresentante dell’Unesco: sarà redatto un documento quindi sottoscritto dai partecipanti al convegno che condividono la preoccupazione per la distruzione e la perdita di una ricchezza storica unica.
Il convegno è organizzato dal Comune di Stintino e dal Centro studi sulla civiltà del mare e ha ottenuto il patrocinio dell’Università di Sassari, oltre al contributo della Fondazione Banco di Sardegna, Camera di commercio del Nord Sardegna e Banca di Sassari.