Daga e Pirisi: «Parco, selezione dirigenza ha contorni foschi e nebulosi»
«Il fatto che sia stata valutato con uno zero la carriera professionale ed altamente qualificata del candidato che ha mosso le accuse ci spinge, da rappresentanti del consiglio comunale, da politici e soprattutto da cittadini, a nutrire seri dubbi sulla bontà e sulla correttezza delle selezioni».
La denuncia di uno dei candidati che non ha superato la prima fase delle selezione indetta dal Consiglio di Amministrazione del Parco per la Direzione del Parco di Porto Conte assume i contorni dello scandalo, oltre quelli foschi e nebulosi dell’ingiustizia e dello sgarbo alla meritocrazia.
Il fatto che sia stata valutato con uno zero la carriera professionale ed altamente qualificata del candidato che ha mosso le accuse ci spinge, da rappresentanti del consiglio comunale, da politici e soprattutto da cittadini, a nutrire seri dubbi sulla bontà e sulla correttezza delle selezioni della classe dirigente e dei criteri che la guidano e sugli obiettivi che si è posto il Parco ( e quindi l’amministrazione comunale che gli da l’imput ) creando una azienda speciale per la gestione del Parco. Per chi non avesse ancora letto lo sfogo del Dott. Valbonesi (questo il nome del candidato scartato) sappia allora che egli ricopre nientemeno che il ruolo di responsabile del Servizio Parchi e Risorse Forestali della Regione Emilia-Romagna da ben 15 anni, con funzione di coordinatore dell’attività di 14 Parchi regionali anche più estesi di Porto Conte, ma non solo: è stato anche per 11 anni Presidente del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, per sette anni Vice Presidente e per cinque anni Presidente della Federazione Italiana dei Parchi. Eppure, nonostante questo biglietto da visita che dovrebbe avere in tasca qualunque dirigente che aspira a sedersi sulla poltrona di un ente parco, la Commissione di concorso ( verificheremo a questo punto se ha i titoli anch’essa ) ha scartato il curriculum del Dott. Valbonesi non ritenendolo meritevole neppure di una prova orale e preferendo alla fine una figura più accademica che manageriale; in tutto ciò, il candidato scartato ha anche dato lezione di stile evitando il ricorso al TAR, pur avendone tutti i motivi.
Come fa notare il Dott. Valbonesi, le risorse investite dalla Regione e dal Comune per il Parco sono molto più ingenti rispetto ad altre aree protette nel resto d’Italia di ugual dimensione: questi soldi sono un investimento pubblico che ha l’obiettivo di generare benefici sul territorio e di creare un indotto con ricadute positive per la città di Alghero e per la Regione; gestire un Parco non significa solo tutelarlo nel senso più immobilista del termine, ma è necessario anche promuoverlo perché non resti un intoccabile reperto museale sotto teca, e creare un dialogo virtuoso con gli operatori economici locali in modo tale che si possa massimizzare il valore economico del Parco. Che senso avrebbe allora un’intera struttura dirigenziale?
Ci chiediamo se l’attuale dirigenza che guida Porto Conte tenga presente questi aspetti e non consideri invece esclusivi quelli più conservativi, e ci chiediamo quale sia la missione che il Comune ( che ricordiamo a tutti da l’indirizzo politico ) intende dare all’area protetta, ovvero se ci sia una pianificazione o una qualche minima idea su come Porto Conte possa essere il nostro asso nella manica per garantire lavoro e sviluppo in tutto il territorio.
Credo a questo punto sia necessario vedere bene questa situazione e chiediamo una convocazione urgente della Commissione Ambiente con la Presidenza del Parco di Porto Conte.