Dal decreto sviluppo la norma delle antenne libere
Solamente una decina di anni fa iniziarono a comparire qua e là per le vie di Alghero le prime antenne per telecomunicazioni, strutture che non furono certo accolte positivamente dalla cittadinanza. Molte furono le proteste degli abitanti dell’ultimo tratto di via Kennedy, di via Don Minzoni e di via Delle Baleari angolo viale Europa, allorquando si ritrovarono le grandi antenne per la telefonia che si stagliavano sopra le loro teste con tutto il carico di onde elettromagnetiche che ne derivava. Ma le cose potrebbero peggiorare se dovesse essere convertita in legge una norma presente nel cosiddetto “decreto sviluppo 2” nel quale, all’articolo 29, viene sancito che “Il proprietario o il condominio non possono opporsi all’accesso dell’operatore di comunicazione al fine di installare, collegare o manutenere gli elementi di rete quali cavi, fili, riparti, linee o apparati”.
In altre parole i tetti delle nostre abitazioni non sono più solamente di pertinenza dei condomini, ma ne usufruiranno le aziende di tlc che intenderanno installare un nuovo impianto di trasmissione e ricezione in cambio di un’indennità stabilita dal ministero dello Sviluppo economico. Insomma un vero e proprio esproprio forzato di alcune parti comuni dell’edificio al quale sarà pressoché impossibile opporsi. Non dimentichiamo che le abitazioni con simili antenne subirebbero una forte diminuzione del proprio prezzo di mercato.