«Dal PD solo polemiche sterili e imprecisioni ma nessun contributo utile»
L'Assessore all’Ambiente Raimondo Cacciotto replica all’intervento del Partito Democratico sulla gestione dei rifiuti in area portuale
Il Partito Democratico, nel tentativo di delegittimare l’Amministrazione comunale di Alghero trae conclusioni imprecise sulla gestione dei rifiuti in area portuale (LEGGI). Sarebbe opportuno informarsi e parlare con precisione, a meno che l’unico scopo non sia quello di creare confusione. Nel Comune di Alghero vige l’autoliquidazione della ex Tarsu, poi Tares e ora Tari. Attualmente è in corso un contenzioso tra alcune associazioni, consorzi o altre utenze presenti nel porto e la SECAL, che riguarda l’applicazione della tassa sui rifiuti fino al 2012, quando veniva applicata una riduzione pari ad una utenza situata nell’agro, (40%), e nulla è stato definito ancora per gli anni a seguire. Indipendentemente dalla definizione delle singole posizione con la Secal, i rifiuti assimilati ad urbani provenienti dal porto sono stati sempre raccolti e lo sono tutt’ora; non si comprende come il semplice spostamento dei contenitori di 200 metri possa generare una presunta emergenza igienico-sanitaria e un allarmismo esasperato quando invece il servizio è svolto tal quale agli ultimi anni. Sfugge al Pd che non tutte le tipologie di rifiuto prodotte nell’area portuale sono assimilabili agli urbani.
Infatti i rifiuti portuali sono disciplinati da norme speciali e quindi inseriti nel Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Speciali (Approvato con deliberazione della Giunta regionale n.50/17 del 21.12.2012). Proprio per questo la competenza dell’amministrazione comunale è limitata, esclusivamente, all’affidamento del servizio che è invece progettato dall’Ufficio Circondariale Marittimo (si legga con maggiore attenzione la legge regionale n.9 del 2006). La norma non solo prescrive che il piano sia dimensionato da chi effettivamente ha competenza in tali aree ma richiede altresì che lo stesso sia validato da parte della Regione e aggiornato ogni tre anni. Comunque, nelle more della redazione e approvazione del vetusto e superato piano del 2009 al quale si fa erroneamente riferimento (si veda ancora la dicitura Manutencoop) l’amministrazione comunale ha garantito appieno i propri compiti raccogliendo i rifiuti assimilabili agli urbani. In un contesto normativo differente che prevedeva tra l’altro il trasferimento di risorse ad hoc perché l’amministrazione comunale potesse farsi carico dell’estensione del servizio al gestore che lo aveva in affidamento in città. Attualmente, anche se qualcuno volutamente lo ignora, l’Ufficio Circondariale sta redigendo il piano che individuerà oltre che le forme di raccolta anche le aree da autorizzare ai sensi del D.Lgs. 152/2006 e permetterà quindi l’affidamento mediante procedura di cui al D.Lgs. 163/2006.
Il Partito Democratico dovrebbe invece ricordare a tutti, con senso civico, che è sempre possibile conferire i rifiuti assimilati ad urbani nelle aree stabilmente collocate ai margini dell’area demaniale. Ma a conferma del fatto che si vuole solo fare sterile polemica senza approfondire i contenuti del piano di gestione dei rifiuti in area portuale, il discorso viene limitato al conferimento dei soli rifiuti solidi urbani, eludendo la domanda più importante e uno degli aspetti più rilevanti che il redigendo piano deve disciplinare: dove vanno a finire i rifiuti speciali? Si auspica che questa stucchevole polemica venga definitivamente chiusa e ciascuno faccia la propria parte, compreso il Pd con i suoi riferimenti regionali, per contribuire in tempi stretti alla definizione della Gestione dei rifiuti in area portuale.