Dalla badante al parrucchiere, ecco i mestieri che non conoscono crisi

I dati della Cgia di Mestre: tra il 2008 e il 2013 sono aumentate del 71% le richieste di estetisti, parrucchieri, colf, badanti, camerieri, magazzinieri, pony express, mentre il lavoro che ha più risentito della crisi è stato quello dei ragionieri.

Secondo l’Ufficio studi della Cgia di Mestre esistono ancora dei mestieri che non conoscono crisi. Quali sono? La Cgia ha stilato una graduatoria dei lavori “top & down” che si sono registrati tra il 2008 e il 2013 e ha svelato che in cima alla classifica ci sono estetisti, parrucchieri, colf e badanti. Questi, insieme a camerieri, magazzinieri e pony espress, i lavori “aumentati” negli ultimi anni. Nel dettaglio – ha spiegato la Cgia di Mestre – gli estetisti, i parrucchieri, le colf e le badanti hanno registrato un aumento in termini assoluti pari a oltre 314 mila unità (+71,7%). “Gli acconciatori e le estetiste – ha spiegato Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia – stanno conoscendo una profonda evoluzione professionale, dovuta, in particolare, alla scoperta di nuovi ambiti lavorativi racchiusi tra i campi dell’estetica e dell’immagine e quelli della salute.

Negli ultimi tempi si è fatto strada un nuovo concetto del benessere, inteso come cura dello stato psico-fisico della persona. Per i lavori domestici, invece, è importante sottolineare come in questi ultimi anni di crisi le italiane siano ritornate a fare le colf e le badanti. Nonostante il peso della componente straniera sfiori ancora l’80% del totale degli occupati in questo settore, tra il 2012 e il 2013 la presenza delle italiane è aumentata di quasi il 5%, mentre gli stranieri sono diminuiti dell’8%”. Seguono poi i camerieri, con un incremento di posti di lavoro pari a poco più di 251.500 (+31,5%) e i magazzinieri e i pony express, con oltre 125.600 occupati in più (+43,2%). Vanno bene ma si posizionano “fuori dal podio” i cuochi, i baristi e i ristoratori, con quasi 123500 nuovi occupati (+14%).

Quali sono i mestieri in crisi. Al contrario ci sono dei lavori che più di altri risentono del periodo di crisi. Primi tra tutti i ragionieri. A fronte di una diminuzione di oltre 441mila unità, in termini percentuali la caduta dei ragionieri è stata pesantissima, pari al -40,1%. Imprenditori e amministratori delle piccole imprese hanno invece subito una crisi di occupati di quasi 215mila unità (-38,4%). La Cgia ha inserito nei mestieri che più hanno risentito della crisi anche quelli dei muratori, carpentieri e ponteggiatori.

In termini assoluti si sono trovati senza un lavoro in oltre 177mila (-24,7%). Male anche la situazione di artigiani e operai specializzati del legno, del tessile e dell’abbigliamento: in questo caso la flessione è stata di oltre 109mila unità (-23,9%). Non va bene, infine, neppure per gli insegnanti delle suole secondarie e post-secondarie, le forze di polizia di stato, i vigili urbani e i vigili del fuoco: entrambe le categorie hanno subito una contrazione molto preoccupate anche a seguito dei tagli avvenuti negli ultimi anni nel pubblico impiego.

Tratto da www.fanpage.it

Susanna Picone, 27 Luglio 2014