Sassari, dalla riqualificazione dell’ex mercato civico la rivitalizzazione del centro storico
L'amministrazione comunale ha incontrato cittadini, associazioni e professionisti per avviare un percorso che conduca a un programma condiviso di riuso funzionale della struttura.
Due giorni che sono serviti per riflettere sulle modalità di riuso del vecchio mercato civico di Sassari che, negli obiettivi dell’amministrazione comunale, deve diventare un “polo civico del gusto, delle arti e dei mestieri manuali”. Gli incontri svolti nei giorni scorsi a Palazzo Ducale e nella storica struttura mercatale di viale Umberto hanno raccolto la partecipazione di rappresentanti del Tavolo delle attività produttive, di attori professionali ed economici del territorio, delle associazioni, del mondo della Scuola e dei cittadini del quartiere.
Soggetti diversi tra loro ma accomunati dall’interesse di creare una strategia di rifunzionalizzazione dell’ex mercato che faccia parte, da vero protagonista, di un percorso integrato con l’area all’interno dalla quale si inserisce.
Così come veri protagonisti sono i due mercati, quello di San Lorenzo a Firenze e quello di Lorenteggio a Milano, portati a esempio dai ricercatori di “Avanzi-Sostenibilità per azioni” che hanno condotto gli incontri. Due strutture completamente differenti e situate in aree cittadine con problematiche anche sociali diverse. Il primo, quello fiorentino, di proprietà comunale è stato ristrutturato e ospita al piano terra il tradizionale mercato cittadino, mentre al primo piano hanno trovato spazio le eccellenze enogastronomiche locali, botteghe, artigiani, ristoranti e uno sportello bancario. Quello di Milano, invece, si trova in un quartiere popolare della città, al suo interno otto operatori sono stati affiancati da attività di associazionismo e punta a creare, in primis, un’offerta di tipo culturale.
A catturate maggiormente l’attenzione è stato l’esempio fiorentino, «perché situato in una zona centrale – ha spiegato la dirigente del settore Servizi al cittadino e alle imprese Chiara Salis – dove si trova un mix di popolazione residente simile a quello che abbiamo al nostro centro storico. E al suo interno non si sono create situazioni di concorrenza tra gli operatori ma complementari». L’apertura della struttura sino alle 24 ha portato poi a una migliore visibilità e vivibilità delle strade adiacenti al centro.
«L’esempio di Firenze ci ha colpito in modo particolare – ha aggiunto l’assessore alle Attività produttive Gianni Carbini – perché si tratta di una esperienza simile a quella sassarese. Un mercato in difficoltà come il nostro, con 120 operatori, che nell’arco di un anno, sei mesi per il bando e sei mesi per realizzare i lavori, ha cambiato le sue sorti e ha ottenuto ottimi risultati di fatturato. Questo ci interessa – ha concluso – un esempio di gestione virtuosa da applicare anche al mercato di Sassari».
A ricordare che il mercato storico compreso tra viale Umberto e via Mercato è inserito all’interno degli investimenti territoriali integrati, è stato il sindaco Nicola Sanna durante la giornata di apertura dei lavori. Attraverso gli Iti il Comune ha previsto di destinare risorse importanti alla riqualificazione della struttura che potrebbe diventare uno spazio per la promozione dell’enogastronomia di qualità, degustazioni e vetrine anche a carattere temporaneo e tematico, dell’artigianato artistico ma anche per l’aggregazione culturale e sociale.
«Abbiamo necessità di raccogliere idee che – ha detto Nicola Sanna – portino suggerimenti anche sulla rivitalizzazione del quartiere». Perché se è vero che alla fine degli anni Ottanta il centro storico aveva circa 40mila abitanti, adesso è popolato da circa 7mila cittadini dei quali 2500 sono extracomunitari. Ma se non è possibile pensare a un ripopolamento del centro storico come in precedenza, «dobbiamo affrontare delle nuove sfide – ha proseguito il primo cittadino – che possano dare risposta a una forma di residenzialità familiare, quindi a quella studentesca e anche alla domanda di tipo turistica.
«Un insieme di azioni che – ha detto ancora – puntino a recuperare zone altrimenti destinate all’abbandono o alla marginalità. E tra queste appunto la riqualificazione del mercato civico storico, il museo dei candelieri, il recupero delle tradizioni e della valle del Rosello, gli interventi “immateriali” e sociali nel quartiere di San Donato».
I suggerimenti raccolti durante le due giornata saranno utili all’amministrazione comunale per la formulazione di un programma condiviso di riuso funzionale dello spazio del mercato e alla possibile individuazione di un modello di gestione.