Danza: la magia dei Momix a Cagliari

Fra fine gennaio ed inizio febbraio l' inimitabile, geniale leggerezza dei Momix, compagnia di fama mondiale fondata da Moses Pendelton, ha portato in scena al teatro lirico di Cagliari “Alchemy” spettacolo contraddistinto da trasognanti architetture di corpi tra poesia e vigore

Fra fine gennaio ed inizio febbraio l’ inimitabile, geniale leggerezza dei Momix, compagnia di fama mondiale fondata da Moses Pendelton, ha portato in scena al teatro lirico di Cagliari “Alchemy” spettacolo contraddistinto da trasognanti architetture di corpi tra poesia e vigore. Il teatro cagliaritano ha fatto il pieno per tutti i sei giorni di rappresentazione. Incantano i Momix. Vestiti di rosso i danzatori corrono sul palco come il delfino che preannuncia il primo elemento di “Alchemy”, l’ acqua. Impugnano lunghi tubi che sembrano fuscelli, trasformandoli in croci, gabbie, recinti, ponti. Il fuoco secondo elemento della filosofia empedoclea, è crepitio, scintilla, fiamma vigorosa, fiore purpureo. E l’ aria, il pulviscolo luminoso emesso da tre coni; la terra, le pareti di roccia proiettate sullo sfondo accompagnano la concretezza dei muscoli. Moses ha dimostrato che la coreografia è una forma di architettura e che la musica, varia, incessante, ricca di suggestioni, determina l’atmosfera quanto le luci. I dieci interpreti dondolano, lievitano, librandosi si disincarnano, spariscono dietro un sipario trapuntato di stelle, riemergono, in una sincronia non simmetrica, mutati in altre creature. I costumi sono un tutt’uno con i corpi. Si adattano ai movimenti, nascondono le imbracature, contribuiscono in larga parte al fine ultimo, l’armonia. Un’ ora e mezza di sorprese tra specchi, sfere, corolle, cespugli, conchiglie, alberi, les amoreux lucenti. La seduzione continua per qualche minuto, dopo la menzognera scritta End che dovrebbe congedare gli spettatori, con citazioni dei giochi olimpici antichi, dell’ uomo vitruviano, della statuaria classica. Con echi d’ Africa e d’ Oriente, perché per Moses l’ immaginifico, la libertà creativa sono il mezzo per poter trovare “ l’ oro segreto nascosto dentro ciascuno di noi”.La leggera miscela di suggestioni visive e magia, di esercizio fisico ed illusionismo.

Moses Pendleton, campione di sci, laureato in letteratura inglese, appassionato fotografo, è nato a Lyondoville nel 1949. Vive in una bellissima fattoria nel Vermount dove non ci trascorre molto tempo poiché spesso in giro per il mondo con la compagnia da lui fondata nel 1980. Egli ha stretto legame con la natura. Si vede che cammina, osserva con attenzione le foglie, gli insetti, registra i suoni del vento tra i petali dei girasoli. Sostiene con saggezza (così ha dichiarato), che ogni essere animato (ma anche le pietre) abbia delle caratteristiche che possono interessare noi umani. Ha indubbiamente un lato rinascimentale, la sua poetica. Un omino, una sagoma buffa che ha poi dato il nome alla compagnia di danzatori, atleti noti in quasi tutti i continenti. Il geniale coreografo americano con l’ultima fatica “Alchemy” è anche stato recentemente accostato al grande impressionista francese Claude Monet autore di tele meravigliose dove più che rappresentare paesaggi e giardini come si presentavano all’ occhio, li traduceva in modo emozionale secondo l’ impressione del momento, secondo le luci del giorno e della stagione. Sguardo e attitudine simili in Moses. Queste immagini spaziali strutturate in maniera tale che possiamo definire gotico-impressionista la scena coreografica, immagini forti dal potente charme visionario. Tutto questo per raccontare e disegnare con il colore, le luci ed i corpi dei danzatori paesaggi dell’ anima. Le sue sono cioè pitture: prendono forma nello spazio scenico, affascinanti ed effimere durano il tempo coreografico danzato dai ballerini con passi precisi d’ intensa fisicità, accompagnati dalle luci che congelano il movimento in una poliedrica emozione. E tutto è riferito, pensato, immaginato e trasformato i danza prendendo le mosse dalla natura. Come è accaduto in “Botanica” (primo spettacolo dei Momix presentato a Cagliari) folgorante susseguirsi di quadri dipinti con amore dentro una visione artistica ed estetica unica.

E così accadrà anche nel nuovo “Alchemy”, altro spettacolo multimediale, fatto di immagini in movimento, luci costumi e colori messo in scena da una straordinaria compagnia di danza. Mentre in “Botanica” lo spettatore veniva preso per mano ed accompagnato all’ interno d’ un meraviglioso viaggio nello scorrere delle quattro stagioni, in “Alchemy” Pendleton svelerà i rapporti intimi e segreti dei quattro elementi: aria, terra, fuoco e acqua. L’ autore ha voluto rappresentare i quattro elementi mai distinti e sempre in cambiamento, in trasformazione in un unico elemento che è rappresentato dalla luce del sole. Il segreto del successo dei Momix sta nel mix di musica, costumi, luci, movimenti e come tutti questi elementi interagiscono tra loro. Gli spettacoli di Moses divertono e allo stesso tempo incantano: per la magia delle immagini, dei colori, delle luci e l’ ineccepibili movimenti dei danzatori. Ogni volta è un viaggio emozionale dentro la natura. Divertimento ed emozioni: è quello il fine dei lavori di Moses. Con i Momix, secondo me, viene intrattenuto lo spettatore con bellezza, humor e fantasia. Il piacere del pubblico è il piacere stesso della compagnia e questo scambio di energia avviene in ogni spettacolo. Una cosa che mi preme far sapere è che “Alchemy” è stato presentato in prima mondiale il 5/2/ 2013 al teatro Alighieri di Ravenna sotto l’ auspicio del Ravenna Festival. Bisogna poi ricordare che Moses percorre molti chilometri a nuoto, registra le sue idee e scatta una quantità enorme di fotografie, soprattutto a se stesso (narcisista ?). Abita nel Connecticut con Cynthia Quinn, codirettrice della compagnia. La loro figlia Elisabeth è anche lei ballerina.

Vorrei sottolineare che l’ ora e mezza di “Alchemy” al Teatro Lirico di Cagliari è stata seguita in silenzio assoluto ma alla fine è stato un tripudio di applausi con gli spettatori in piedi. Tutto grazie al corpo di ballo ma soprattutto al lavoro encomiabile di due persone che in silenzio ancestrale dietro le quinte hanno lavorato per la buona riuscita dell’ intero spettacolo, dimostrando altissima padronanza della scena delle luci e della musica: Fabrizio Pezzotti, direttore di scena e Giovanni Melis, direttore tecnico. Due persone validissime e professionalmente preparate di cui Moses va fiero per i successi ottenuti in tutto il mondo. Ora, per chiudere il discorso, sarebbe opportuno che la stessa META ed il nuovo sindaco che si insedierà a maggio tenessero conto dell’ alto valore artistico-coreografico-culturale dei Momix pef farli esibire anche ad Alghero, mettendo a lustro quel fatiscente Palazzo dei Congressi tanto caldeggiato dal valido uomo politico qual era Martino Lorettu quando era assessore al turismo alla regione. Immaginatevi, cari lettori, la non indifferente ricaduta economica e turistica che ci sarebbe per la nostra città con la presenza del poliedrico artista-coreografo quale è Moses Pendleton. Vox clamantis in deserto, speriamo proprio di no. Tutti coloro che fossero interessati a ulteriori delucidazioni in merito alla rappresentazione artistico-coreografica del geniale Moses possono telefonare al numero 3409159439.

Uccio Piras, 25 Febbraio 2014