Deflazione, nei campi è crisi profonda
Coldiretti : Il prezzo del grano duro e del latte è crollato al di sotto dei costi di produzione. Per salvaguardare il futuro delle imprese agricole è necessario introdurre l’etichettatura trasparente.
«Per poter bere un caffè, i nostri agricoltori sono costretti a vendere tre litri di latte e per acquistare un chilogrammo di pane ne devono produrre quindici di grano. E se il prezzo dei prodotti alimentari posizionati sugli scaffali dei supermercati cresce del 0,6%, le campagne sono vittima della deflazione». Così il presidente della Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu, commenta i dati diffusi dall’Istat sull’andamento dell’inflazione nel mese di luglio.
Da mesi la Coldiretti denuncia lo stato di profonda crisi che in tutta la Sardegna si sta manifestando con il crollo dei prezzi del grano duro e del latte. Questi prodotti subiscono la pressione dettata dalle importazioni selvagge che distorcono l’equilibrio del mercato creando una concorrenza sleale alla produzione locale. «L’unica soluzione per contrastare questo fenomeno e per tutelare il Made in Italy è l’introduzione dell’origine in etichetta. Solo così il consumatore sarà sempre informato sulla qualità e sulla provenienza delle materie prime che compongono il prodotto finale. Senza l’indicazione nell’etichetta – afferma il direttore della Coldiretti Sassari e Gallura, Ermanno Mazzetti – si mettono a rischio non solo i prodotti simbolo del Made in Italy ma anche un sistema produttivo sostenibile che garantisce reddito e lavoro a migliaia di famiglie e che difende il territorio dal degrado e dalla desertificazione».
La volontà dei consumatori di sostenere l’economia locale è dimostrata ancora una volta dall’apprezzamento riservato dagli italiani al circuito degli agriturismi Terranostra. Secondo una stima della Coldiretti, sono circa 360mila i vacanzieri che hanno scelto di trascorrere la giornata di Ferragosto all’insegna della buona tavola e dei piatti tradizionali.
Durante l’arco della stagione estiva, invece, si prevede che oltre 6,5 milioni di persone (+8% rispetto al 2015) mangeranno almeno una volta in un agriturismo.