Destinazione Nord-Ovest Sardegna: creare un unico brand
Patricia Petretto e di Marco Di Gangi, rispettivamente referente regionale per il turismo e vice coordinatore regionale di Energie per l’Italia, nonché dirigente e presidente dell’associazione politico – culturale Azione Alghero, intervengono sulla situazione attuale del turismo nel Nord Sardegna e sugli scenari futuri
“Il Nord-Ovest della Sardegna, e la capitale della “Riviera del Corallo” in particolare, sono stati i precursori del turismo sardo , non a caso Alghero venne definita la “Porta d’oro” del turismo isolano, già a partire dagli anni ’30 dello scorso secolo ha avuto il primo impianto balneare, negli anni 60 ha aperto la strada ai primi voli charter e, da ultimo, è stato il primo aeroporto sardo ad accogliere i voli low cost. Una storia di primati che, oggi, a causa di scelte politiche inappropriate, ha messo in uno stato di profonda crisi il territorio e rischia di relegare definitivamente il nord ovest al ruolo di Cenerentola”. Inizia così la riflessione sulla situazione attuale del turismo e sugli scenari futuri di Patricia Petretto, e di Marco Di Gangi, rispettivamente referente regionale per il turismo e vice coordinatore regionale di Energie per l’Italia, nonché dirigente e presidente dell’associazione politico – culturale Azione Alghero.
“Il suo territorio – si legge – è uno scrigno ricolmo di gioielli: ha circa 300 km di costa, adatta alla pratica di numerose attività sportive, ma anche adatta ad ospitare famiglie con figli piccoli, sistemi carsici, due autentici borghi, due Parchi naturali: uno nazionale ed uno regionale, un’area marina protetta, numerosissimi siti archeologici, sentieri naturalistici, strade costiere di ineguagliabile bellezza, panorami mozzafiato, chiese, musei, tradizioni e tra esse quella storico linguistica catalana e sarda, elementi che tutti insieme attribuiscono un valore immenso alla nostra destinazione”.
“Nonostante tale ricchezza, – proseguono – cui si aggiunge un clima e una localizzazione geografica favorevole: siamo al centro del mediterraneo , ad una/due ore di aereo dalle principali capitali europee, il nostro territorio stenta a sviluppare appieno le sue potenzialità e manifesta anche numerosi deficit, la cui principale causa è costituita dalla mancanza di una “governance”, di un sistema, cioè, capace di governare autorevolmente e efficacemente il fenomeno turistico. Ad oggi mancano precise ed univoche politiche territoriali, non esiste un unico “sistema” di destinazione, ma una serie di iniziative ed azioni scollegate tra loro, frammentate, episodiche e spesso non adeguatamente finalizzate. E nonostante questo la nostra città e il nostro territorio piacciono, e non poco, non solo agli italiani, ma soprattutto agli stranieri”.
“Per poter riposizionare adeguatamente la città e tutto il nord ovest sul mercato turistico, oggi presidiato da numerose e agguerrite aree concorrenti, ed essere appetibili per le grandi società di investimento, occorrono soprattutto scelte di fondo e azioni strategiche. Attualmente siamo caratterizzati fortemente dalla stagionalità, la quale incide negativamente anche sulle scelte di investimento, rendendole poco interessanti da un punto di vista economico”.
E ancora: “Comuni e Regione devono investire nelle infrastrutture e nel sistema , oltre che stringere i tempi sulle scelte strategiche: i nuovi strumenti urbanistici(che dovrebbero non solo prevedere la nascita di nuovi posti letto e la riqualificazione di quelli esistenti, ma anche la messa a sistema e la creazione di nuove attrattive turistiche); il potenziamento delle porte d’accesso: aeroporto e porto di Porto Torres (con maggiori tratte e maggiori frequenze con le località strategiche), la loro raggiungibilitàe l’accessibilità delle zone limitrofe( maggiore copertura del trasporto pubblico locale, riprendendo anche il progetto di collegamento tramite una metropolitana di superfice di Sassari, Alghero, aeroporto e Porto di Porto Torres ); colmare i gap nel settore della formazione e dell’aggiornamento professionale degli operatori turistici e del loro personale; investire nei nuovi turismi (creare l’alternativa al balneare ed investire anche in quello crocieristico)”.
“Il momento è più che maturo: un primo e plausibile passo, dovrebbe essere la costruzione di un brand di destinazione che superasse i limiti amministrativi comunali. La creazione di sistemi di destinazione (cluster sovra locali), strutturati e gestiti in ottica manageriale potrebbero ridisegnare lo scenario della nostra zona, costituire il vero rilancio all’economia locale. Si tratta certamente di un’impresa assai impegnativa, ma imprenditori, amministrazioni pubbliche, associazioni di categoria devono affrontare questa sfida”.
“Uno sviluppo equilibrato della nostra isola è poi la condizione indispensabile per consentire il superamento dei cronici problemi che la affliggono. Diciamo no a modelli di sviluppo che privilegino alcuni territori a discapito di altri. Chi amministrerà la Sardegna nel prossimo quinquennio eviti di perpetrare questa errata impostazione, eviti di pensare alla nostra isola come un piano inclinato dove risorse, investimenti ed opportunità di sviluppo si concentrino solo in alcune aree, discriminando i territori ritenuti più deboli. Ridiamo al sassarese, al nord ovest della Sardegna, quel ruolo e quella dignità che a causa di politici poco attenti agli interessi territoriali si sono persi” – concludono Petretto e Di Gangi.