Destinazione Sardegna cresce, Sini: “Cambio di pensiero e cultura”
"Purtroppo qui in Sardegna nessuna altra economia ha questa portata, questa capillarità e infatti il sistema delle imprese non è in campo per salvare Ryanair ma per non perdere un ingresso sicuro di risorse per la prossima stagione"
Il progetto di destinazione per salvare i voli cost ad Alghero, in questi ultimi giorni è cresciuto esponenzialmente, grazie a tutte le testimonianze di sostegno, più che mai trasversali ed extraterritoriali. Salvaguardare le rotte siginifica tutelare tutto il sistema sociale ed economico della Sardegna – non solo a nord – ed è per questo che l’idea di destinazione e la costituzione del fondo fanno capo a un progetto più ampio che investirà tutta l’Isola.
D’ora in avanti, visti i presupposti, sarà più adeguato parlare di “Destinazione Sardegna” come tiene a sottolineare il presidente della Camera di Commercio di Sassari, Gavino Sini.
“Vogliamo comunicare la rivoluzione di pensiero che si nasconde dietro la mobilitazione per un’emergenza. Forse non è ancora chiaro il danno che discenderebbe dalla perdita dei collegamenti aerei che negli ultimi anni in Sardegna si sono più che decuplicati. Ogni euro turistico che arriva ha un moltiplicatore di quasi quattro. Ciò significa che se l’albergatore incassa un euro poi con gli stipendi che paga, le forniture e i servizi che acquista, le tasse che genera, attiva una economia che, insieme agli altri servizi che il turista acquista sul territorio, è di quattro volte superiore. E tocca il ristorante e il bar, il noleggiatore, il concessionario demaniale, la lavanderia, il panificatore, il negoziante, l’assicuratore, il consulente. In pratica nessuno al secondo o terzo giro può pensare di essere escluso. E’ un circuito virtuoso da mantenere. Purtroppo qui in Sardegna nessuna altra economia ha questa portata, questa capillarità e infatti il sistema delle imprese, che crede in “Destinazione Sardegna”, non è in campo per salvare Ryanair ma per non perdere un ingresso sicuro di risorse per la prossima stagione, che causerebbe ulteriori crisi e perdite di lavoro. Da questa emergenza è nata una raccolta fondi che non sarà “colletta”, ma “investimento” per gestire direttamente e con logiche da imprenditori quello che è il nodo principale dello sviluppo di un isola: il suo grado di accessibilità.”
Il Progetto “Destinazione Sardegna” è un’azione condivisa di sviluppo territoriale in prospettiva che riguarda tutta l’Isola e punta alla sottoscrizione volontaria (codice IBAN IT 70 O 05676 17201 000070093337) di un milione di euro. “Destinazione Sardegna” crede nella condivisione strategica degli obiettivi e nasce per tutelare il territorio che rischia la cancellazione di ben 14 rotte per la prossima estate sull’Aeroporto di Alghero. Rotte sui cui si muovono circa 700.000 passeggeri l’anno, e che generano, tra economie dirette e indotte, quasi 400 milioni di euro.
“Vivere in un mondo globale significa anche avere servizi globali, sistemi globali, cittadini globali. Destinazione Sardegna lotta per non tornare indietro di anni rispetto ad una situazione che, anche se nata con controverse visioni e delicate operatività, sta oggi dando risultati importanti. Proviamo allora ad uscire dall’emergenza e dalla lamentazione: andiamo verso un cambio di pensiero e di cultura con un sistema che progetta e fa. Saranno private le risorse, che i privati investiranno per il territorio con logiche di mercato: nessuno sarà escluso e anzi si potranno privilegiare così le filiere di territorio e le imprese che in Sardegna hanno le loro radici. Questo proprio perché il soldo privato a differenza del pubblico può avere maggiori gradi di libertà. Ma non supporteremo (come invece a volte è successo!) le rendite di posizione e di oligopolio di nessuno. Mettiamoci tutti in gioco. Competenze, sacrificio e capacità di rischio sono le basi del successo di impresa ma anche degli individui e dei sistemi sociali. La meritocrazia è l’unico vero percorso che il mercato legittima e che potrà premiare le scelte degli investitori privati. E se supereremo questa tempesta sarà possibile guardare con più serenità e possibilità di soluzione anche ai problemi di tanti altri settori, che investono imprese e lavoratori. Abbiamo bisogno di “coristi”, di un’ orchestra di progetto e di azione. La critica sterile e la lamentazione ormai ripetitiva e rassegnata non fa altro che farci affondare di più e ormai neanche più ci diverte. Non faremo sconti a chi ha la responsabilità amministrativa di mettere le risorse pubbliche per lo sviluppo e risolvere i nodi che lo bloccano, ma oggi è il momento di un passo in avanti. E possiamo essere rete che sviluppa, che sostiene, che rilancia ma anche che protegge. Dalle esperienze che ci hanno visto soccombere possiamo recuperare l’orgoglio e la voglia di investire per la prima volta davvero su noi stessi”.